IN DEMOCRAZIA C’E’ L’OPPOSIZIONE..


Cari Presidenti, (cari Alberto e Stefano),
c’è molto che non va nel rapporto tra opposizioni e maggioranza. E non è un problema legato al cattivo rapporto tra persone e nemmeno, per essere chiari, a un fastidioso scontro tra Gruppi politici. C’è dell’altro e interessa il confronto democratico e il ruolo che ciascuno di noi ha in Consiglio regionale e nella società piemontese. Ho come l’impressione che i Gruppi di maggioranza non abbiano ben chiari la ragione di fondo e il senso, non tanto della nostra azione politica, quanto del ruolo delle minoranze. Il nostro compito non è agevolarvi in quello che volete fare ma essere vigili affinché le vostre scelte siano davvero utili per la comunità piemontese. Ed è un nostro problema, non un vostro, se commettiamo errori sfidandovi con battaglie (cito i giudizi espressi in questi giorni da alcuni assessori e consiglieri di maggioranza) “strumentali, sterili, al limite del ridicolo, maldestre, pretestuose, inventate e insussistenti che dimostrano tutta l’ignoranza dell’ex maggioranza”. E’ un nostro problema perché rischieremmo di non essere più credibili innanzi tutto agli occhi di quei cittadini che hanno affidato a noi le loro speranze e che, non ricordatemelo, sono in numero inferiore rispetto a quelli che hanno creduto in voi. Lo ripeto a chiare lettere al Presidente Cirio: noi siamo contrari all’impostazione che state dando alle politiche per l’infanzia, siamo convinti che la vostra lettura dei problemi sulle politiche per la casa e più in generale sulle politiche sociali è troppo parziale, pensiamo che avete perso tempo in sanità e non sapete assumervi fino in fondo le responsabilità perché le scelte possibili oggi andrebbero in rotta di collisione con ciò che avete detto in campagna elettorale. Siamo convinti che non siete interessati a discutere di Autonomia del Piemonte perché più interessati a “piantare una bandierina politica” con l’istituzione di una inutile Commissione permanente per l’Autonomia. Siamo certi che avete fatto male al Piemonte tenendoci incollati ai banchi del Consiglio per una settimana intera a votare una delibera per l’avvio del Referendum sulla modifica della legge elettorale nazionale, una delibera che avete sbagliato e che vi costringerà a tornare in Aula facendo perdere altro tempo. E potrei continuare ancora, l’elenco dal nostro punto di vista è lunghissimo, va dall’approccio sbagliato sull’ambiente fino alla gestione inadeguata del comparto culturale. E sono trascorsi solo pochi mesi. Siamo stati contrari e abbiamo l’obbligo di contrastare le vostre scelte nel pieno rispetto dei regolamenti che sta a voi applicare con cura e a nostra tutela. Tra l’altro, colgo l’occasione e mi aiuto con un esempio a proposito di regolamenti e di rapporti: trovo del tutto insolito che, nel confronto tra la maggioranza e il gruppo più numeroso dell’opposizione, la vicenda delle nomine di Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni ci veda sostanzialmente esclusi. Non va bene, ma non si tratta di “posti” o di “poltrone”. Alcuni fra voi vivono questo fatto con il sorriso come fosse stata una furbizia; non va bene per voi, più che per noi, perché verrà a mancare un elemento di rappresentanza nel sistema di gestione e controllo di quelle società. Quindi, cari Presidenti, intendiamoci: aiutateci a far capire alla maggioranza (Giunta e Consiglio) che le loro scelte non sono quelle di un capo, di un padrone o di un consiglio di amministrazione. Sono opinioni che devono essere messe a confronto con altre opinioni, e nessuno si senta offeso, al massimo provi fastidio. Molte volte le opinioni non coincideranno, altre sì. E’ facile, si chiama Democrazia.
Domenico Ravetti – Presidente Gruppo PD