Giochiamo a “ce l’hai”?


Ho chiesto, insieme ad altri, di aprire una fase politica nuova nel PD della provincia di Alessandria per le ragioni che ho provato a raccontare in Direzione e, nei giorni scorsi, anche sui social. Ragioni che sono specifiche della nostra provincia e che hanno generato effetti negli ultimi tre anni, non solo il 26 maggio scorso. Reazioni? Due buone notizie. La prima è che Giorgio Abonante ha smentito l’attacco nei miei confronti su Il Piccolo di oggi, peraltro, nel virgolettato, con toni da bar di Caracas che non gli appartengono. La seconda è che in parte del PD covava un astio represso nei miei confronti che si è sprigionato tutto in una volta come succede con un bisogno corporale incontrollabile. Nel caso di specie mi si accusa, banalizzando, di volere la testa del segretario provinciale per sostituirla con un’altra più affine alla mia. Oh miseria, che fatica! Noo, non è una questione di teste, (non so più come fare a dirlo). Riguarda il rapporto che il PD non ha più con la società e riguarda l’analisi degli errori e la proposta per la ripartenza che trovo la prima sbagliata e la seconda inadeguata. Capisco che è più semplice accusarmi di altro, ma quello che penso io posso dirlo io? La chicca però è nel gioco del “ce l’hai”. Lo conoscete? Al tempo dei Centri Estivi dovrebbe essere più facile ricordarsi quella dinamica tale per cui un giocatore rincorre un altro e se lo tocca urla “ce l’hai”. A quel punto il giocatore toccato è costretto a rincorrere un altro per passargli il “ce l’hai”. E il gioco va avanti all’infinito finchè non arriva un adulto che manda tutti a casa. Ora il “ce l’hai” è il mio, mi hanno toccato, “sto sotto”. E il mio “ce l’hai” è la colpa d’essere la causa della sconfitta alle ultime elezioni regionali in quanto ex Presidente di Commissione Sanità e poi Capogruppo in Regione. Potevano accusarmi delle sconfitte della Juve in Champions League, preferivo, ma va bene lo stesso, ok, ce l’ho. Però adesso basta, non giochiamo più. La politica è una cosa seria perché riguarda le persone, non è un gioco. E il PD della provincia di Alessandria serve, non è vero che non è servito a niente in questi anni. Purtroppo è servito anche a commettere un sacco di errori che per non essere ripetuti (le elezioni Amministrative di Alessandria non sono poi così lontane) vanno almeno riconosciuti.