PD Alessandria, Unione provinciale.


“Invito a voltare pagina uniti, con coraggio e in sintonia con i nostri elettori.”

Per lavare i panni sporchi in famiglia c’è bisogno che tutti dimostrino senso di responsabilità politica; non ne ho rilevata abbastanza, per questo ritengo corretto discutere “in piazza”. Questa è la considerazione che faccio una settimana dopo aver ascoltato il dibattito nella Direzione provinciale del PD. Nulla di personale con chi ha altre convinzioni, anzi, e non sono in discussione le amicizie che devono essere conservate dentro e oltre la vita del Partito. Critico alcune analisi perchè le trovo politicamente deboli, tendenti alla conservazione dell’esistente e autoassolutorie. Mi spiego meglio. Non condivido le riflessioni sulle cause che hanno generato le sconfitte negli ultimi tre anni, comprese le recenti elezioni comunali e regionali. In quelle riflessioni mancano le assunzioni di responsabilità singole e collettive e la consapevolezza dei limiti, – anche dei miei, lo preciso – ; per questo, non per altro, io non vedo futuro. Quindi giungo alla conclusione che questa segreteria provinciale non può più condurre in termini unitari il Partito e farebbe bene ad ultimare il suo percorso ancor più dopo le dimissioni del vice segretario, del responsabile dell’organizzazione, del responsabile della comunicazione e della responsabile delle politiche sociali. Dobbiamo ripartire non contro qualcuno ma con altri obiettivi unitari, altri atteggiamenti inclusivi e altri pensieri condivisi e serve un periodo di “raffreddamento politico” per riorganizzarci tra le persone, non solo al nostro interno. Ed è tutto quello che questa segreteria non può più fare. Per me l’unità è un valore, non ho dubbi. Ma l’unità forzata è solo ipocrisia. Esistono dirigenti di questo Partito ai quali va bene proseguire come se nulla fosse capitato? A me no. Sono preoccupato perché il PD in questa provincia non è più in sintonia con le persone, nemmeno più con larghissima parte del suo elettorato, dove, questa è la mia convinzione, è maggioritaria la richiesta di discontinuitá con il passato. Questo per ora mi basta e (lo dico con il giusto rispetto) a prescindere dalle possibili derive che potremmo affrontare con i riti obsoleti consumabili con i pesi e con i contrappesi di quel che resta delle “tessere congressuali”.