La ripartenza

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Dopo la notte che ci ha consegnato l’esito dei ballottaggi ho scritto d’aver dormito sopra (o sotto) una pesante sconfitta ai ballottaggi che appartiene al PD, tutto il PD, e ai suoi candidati. Anche oggi confermo che non bastano Milano e Bologna per accennare un timido sorriso. Gli elettori consegnano al M5S Roma e Torino e in Piemonte Novara ritorna alla Lega Nord. E ribadisco ancora che dobbiamo ripartire con molta umiltà consapevoli che le periferie non sono uno spazio geografico di una città ma sono le speranze dei cittadini da cui noi spesso in questi ultimi tempi ci siamo allontanati.

Senza dimenticare ciò che è appena capitato, anzi, facendone tesoro, dobbiamo ripartire velocemente determinati e uniti perché ad ottobre gli elettori giudicheranno, con la scelta Referendaria, la proposta del PD (e del Governo) volta a modificare parte essenziale degli assetti Istituzionali. Noi non possiamo permetterci di perdere: la vittoria del Sì riguarda il destino della Nazione, non solo la carriera di qualche Parlamentare.

E nella ripartenza sarebbe utile una riflessione, non un congresso anticipato , sulla gestione nazionale del Partito che non può essere relegata ai margini dell’agenda dei vertici del gruppo dirigente. Sono convinto che con il Segretario Nazionale alla guida del Governo si renda necessaria una segreteria autorevole, direi “a tempo pieno”, soluzione che, almeno ad oggi, non mi pare praticata. Una segreteria capace di riorganizzare i circoli troppo spesso utilizzati come comitati elettorali o come generatori automatici di tessere nei giorni che precedono i vari congressi. Abbiamo bisogno di una comunità diffusa per intercettare i bisogni dei cittadini più che di un centro di controllo del potere.

Dobbiamo ripartire velocemente perché con gli appuntamenti elettorali regolati da leggi che prevedono i ballottaggi il PD – solo contro tutti – fatica a vincere (a dire il vero quasi sempre perde) e il tema di un programma realmente condiviso per una coalizione coesa e sfidante è un dibattito politico solo abbozzato e tutto ancora da definire.

Nel rilanciare l’idea che abbiamo d’Europa, d’Italia e delle nostre città ridaremo vigore al profilo riformista e innovativo del PD e della coalizione possibile. Abbiamo poco tempo per fare tutto questo ma è anche il tempo massimo che resta a noi alessandrini per affrontare in posizione favorevole l’appuntamento elettorale del 2017.

Il  sindaco ad Alessandria c’è e deve terminare un lavoro enorme che ha caratteristiche amministrative e politiche. Lasciamola lavorare.

Io vorrei fosse aiutata e vorrei si facesse aiutare.