Negli ultimi anni, quando in questa provincia le Istituzioni di diritto pubblico e privato, le rappresentanze datoriali, professionali, dei lavoratori, e la politica hanno condiviso medesimi obiettivi, il corso degli eventi è cambiato, ed è cambiato in positivo. Faccio riferimento in particolare all’apertura del Dipartimento universitario di Medicina e Chirurgia e all’avvio del percorso per il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico sulle patologie ambientali. Guardiamo i numeri di Medicina: nel 2018 sono stati 50 gli iscritti a Medicina, nel 2019 60, nel 2020 80 e nel 2021 altri 80; da ciò desumiamo che ora in Alessandria sono già presenti 270 studenti provenienti da diversi territori italiani e che a regime, in un corso della durata di sei anni, saranno 480; ovvero siamo di fronte ad una silenziosa ma significativa trasformazione sociale della città. Per l’IRCCS sulle patologie ambientali dovrebbe essere facile intuire che il traguardo rappresenterà per tutta la provincia l’occasione per attrarre grandi risorse economiche e umane per ricerca e sperimentazione e per elevare la qualità delle prestazioni sanitarie ospedaliere e territoriali.
Data la sovrapposizione di crisi economica, occupazionale, sanitaria, energetica e, non da meno, del debito pubblico non solo nazionale, le Istituzioni e la politica proprio ora dovrebbero nuovamente accordarsi sul metodo della condivisione per mettere in sicurezza alcuni nuovi obiettivi strategici per tutto il sud del Piemonte e per il rilancio dei territori della nostra provincia.
Sono all’opposizione in Consiglio regionale ma un’opposizione seria e responsabile in tempi difficili come questi, da noi complicati ancor più dalle pastoie elettorali, non deve sottrarsi al confronto e deve avanzare delle proposte. Chiedo quindi pubblicamente la condivisione di un metodo e propongo alcuni “campi” strategici che scelgo non a caso nelle Politiche per la Salute. Non a caso perché dal mio punto di vista la Salute è il “campo” della protezione sociale, del benessere e del rilancio economico e occupazionale.
- Riorganizzazione del sistema sanitario. a) nuovo Piano Socio Sanitario, confronto sulle modifiche delle Strutture Complesse ospedaliere e territoriali presenti nella dgr 1/600, valutazioni su aumento e ridistribuzione dei posti letto e investimenti anche per il rilancio di alcuni presidi sanitari (esempio Tortona) che necessitano di nuovi profili specialistici e non di banali rivendicazioni peraltro oggettivamente inattuabili. b) analisi sulla trasformazione dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria in Azienda Universitaria Ospedaliera e contemporanea analisi sulle opportunità di gestione unica della rete ospedaliera superando l’incomprensibile frammentazione e conflittualità. c) nei processi di riorganizzazione, compresi quelli territoriali attivabili grazie ai fondi del PNRR, sono fondamentali procedure urgenti per nuove assunzioni di medici, infermieri e amministrativi e strategie più efficaci, non solo affidate alla “sanità privata”, per abbattere le liste d’attesa ambulatoriali e chirurgiche.
- Ricerca sanitaria nel percorso tracciato sul riconoscimento dell’Irccs. a) Rafforzamento dell’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato come centro di eccellenza per il mesotelioma. b) Restituzione del ruolo che spetta ad un soggetto del sistema così strategico come il Centro Amianto di Casale Monferrato c) Strutturazione e consolidamento della relazione tra la ricerca sanitaria e biomedica di Alessandria e di Casale.
- Nuovo ospedale. a) consapevolezza che non è una certezza ottenere i fondi Inail per la realizzazione di una nuova struttura senza la quale sarà impossibile sviluppare la sanità del futuro. La quota messa a disposizione per il Piemonte rischia di non essere sufficiente per tutte le richieste presentate e potrebbe verificarsi l’esclusione di Alessandria se i requisiti del progetto non soddisfassero i criteri definiti da Inail. b) il piano del confronto ora non è quello del giudizio sull’opzione “zona Orti” di Alessandria ma quello della ricerca di più opzioni, almeno tre, per individuare quella che più di altre soddisfi appunto quei criteri indicati da Inal.