La Giunta regionale oggi ha approvato la destinazione
dell’utile di esercizio 2017 dell’Asl AL e l’intera somma, 648.000 euro, verrà
utilizzata per la sistemazione della struttura casalese.
Leggo con piacere il comunicato stampa dell’Assessore
Antonio Saitta che definisce questo “intervento importante e atteso da tempo,
che va a sanare una situazione ereditata dal passato Ora l’Asl di Alessandria
può immediatamente dare il via alle procedure di gara e quindi di realizzazione
dei lavori proseguendo, allo stesso tempo, nella causa per ottenere il
risarcimento dei danni nei confronti dei responsabili dell’opera.”
Credo si possa affermare con certezza che durante le prime
settimane di gennaio l’ASL potrà attivare le procedure della gara e che i
lavori di messa in sicurezza, rinforzo e consolidamento delle fondazioni della
struttura, oltre che il recupero igienico – sanitario dei seminterrati,
termineranno entro il 2019.
Domenico Ravetti
(Capogruppo PD Consiglio Regionale Piemonte): “Vogliono frantumare l’essenza
della coesione sociale nel nostro Paese. Lega e M5S hanno superato il limite
della decenza politica.”
“Quella tassa è
una vergogna, una patrimoniale sulla solidarietà. Il conto lo pagheranno i più
poveri” Sono queste le parole che arrivano dal mondo del volontariato. E
la protesta si diffonde sempre più contro la norma voluta da Lega e M5S che
cancella l’Ires agevolata (portandola dall’attuale 12% al 24%) per istituti di
assistenza sociale, fondazioni, enti ospedalieri, istituti di istruzione senza
scopo di lucro. E che prevede un esborso di circa 120 milioni per il terzo
settore. Ancora una volta questo G(g)overno nazionalpopulista conserva il
solito posto alle persone in difficoltà: l’ultimo. D’altronde le parole –
solidarietà – e – umanità – paiono non essere inserite nel dizionario della
lingua del nuovo potere.
Il settore della ricerca scientifica dovrebbe dare slancio e speranze al nostro territorio.L’avanzamento scientifico e tecnologico, frutto della ricerca di base e applicata nei suoi più svariati settori, è volano per lo sviluppo del Paese e stimola il circuito dell’economia, del benessere e della crescita. Purtroppo dalle dichiarazioni ai fatti, dalle promesse al Governo dei processi, si mette in luce quanto i fondi per la ricerca pubblica siano stati considerati un orpello, un optional, nei bilanci dello Stato e non una necessità basilare della società. Eppure la fase di recessione economica cui siamo andati incontro in questi anni ha infatti confermato come la capacità competitiva di un territorio sia intimamente e imprescindibilmente legata agli investimenti in ricerca scientifica e tecnologica.
Gli altri Paesi, in Asia e gli
Stati Uniti, ne stanno raccogliendo i frutti mentre l’Europa è maledettamente
in declino e l’Italia è la Cenerentola.
Dobbiamo fare di più e meglio. Ma
cosa? E in Alessandria e nella nostra provincia? Rispondo.
Dobbiamo rafforzare il legame tra
Università, centri di ricerca e mondo imprenditoriale. Dobbiamo fare
innovazione e trasferirla rapidamente nell’ambito applicativo valorizzando il
nostro capitale umano. Dobbiamo internazionalizzare la nostra Università. Ci
deve interessare il rapporto tra Alessandria e la sua Università per una serie
infinita di ragioni. Ma deve interessarci ancor di più il rapporto tra
Università e il resto del mondo. Così come dobbiamo essere interessati al
rapporto tra Ospedale e la città ma dobbiamo essere ancora più interessati al
rapporto tra l’Ospedale e il resto degli Ospedali del mondo. Altrimenti
rischiamo di costruire un sistema autoreferenziale e per nulla competitivo.
Infine, dobbiamo essere consapevoli dei nostri limiti. Mi spiego. Pur tra mille
difficoltà sta nascendo un asse tra Human Technopole di Milano e Città della
Salute di Torino. Può non piacerci visto da qui, possiamo sentirci stretti
nella morsa, ma la verità è gli interessi ora stanno su quell’asse. Ma io
credo, ne sono convinto, che in quel contesto vi sia spazio per Alessandria. E
che Torino, Novara e Alessandria possano essere, ognuna con la sua specificità
e la sua forza, i vertici di un triangolo che si collega alla Lombardia.
Bisogna crederci, bisogna essere all’altezza, bisogna strutturarsi. Bisogna
alzare il livello. Fin qui abbiamo fatto bene, molto bene, ad ottenere il corso
universitario di medicina e di candidarci al riconoscimento di Istituto di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Abbiamo fatto bene ad inserire nei
piani strategici di Aso e ASL AL il tema della ricerca in tutte le sue
declinazioni. E’ però come essersi allenati ad affrontare la sfida. Quello che
abbiamo fatto fino ad ora non è la vittoria. La partita inizia ora.