Università del Piemonte Orientale: il principio delle responsabilità e delle competenze.

Quando il Rettore e diversi dirigenti dell’Università del Piemonte Orientale rispondono alle osservazioni, o alle critiche, della politica locale con interviste e con una lettera pubblicata su un noto bisettimanale della provincia di Alessandria, io mi rallegro, non mi stupisco e non giudico. Mi spiego. Da sempre ho riguardo per le altrui responsabilità e competenze e per questa ragione considero quegli interventi appropriati oltre che utili ad un confronto pubblico anche quando l’esito dello stesso dovesse determinare rispettose posizioni differenti sul futuro della comunità alessandrina. Almeno per quanto mi riguarda ho chiaro che l’Ateneo ha strategie e obiettivi, non vi è dubbio, e sono facilmente individuabili perché contenuti in atti pubblici, basta leggerli per riconoscere le finalità del piano strategico, la programmazione e i relativi investimenti. Siccome in quei testi è possibile riconoscere anche la direzione verso cui tende il sistema universitario che insiste sulle province di Novara, Vercelli e Alessandria, io non intendo aggiungere alcun commento, per ora, oltre a quelli che già sono stati pubblicati. Non sono il detentore di alcuna verità ma il mio proposito è offrire (e lo farò assiduamente) un punto di vista sul futuro dell’Università del Piemonte Orientale perché coinciderà con il futuro della città di Alessandria, mia città di riferimento e capoluogo della provincia che per il secondo mandato rappresento nel Consiglio regionale del Piemonte. A tal proposito ricordo che le Regioni, con legge dello Stato, hanno un ruolo fondamentale e podestà legislativa in alcune attività universitarie non marginali quali, ad esempio, “gli interventi volti a rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale per la concreta realizzazione del diritto agli studi”. Tali interventi riguardano ad esempio “le mense, gli alloggi, i trasporti, i corrispettivi monetari, l’assistenza sanitaria, le borse di studio”. E questo è esattamente il principio della mia competenza e della mia responsabilità che mi coinvolge e che non delego a nessuno, tantomeno al rispettabilissimo componente il Consiglio di Amministrazione della cui prossima nomina, preciso (questo sì), sono disinteressato. Per la mia città e il mio territorio voglio e posso chiedere di più e non si offenda nessuno perché è il mio ruolo che lo impone. Ma ciò che più importa è poter discutere perché gli assenti, suvvia siamo onesti, questa volta non sono giustificabili.