Sul futuro del Teatro di Alessandria

teatro

 

L’assessore Vittoria Oneto, quindi il Sindaco e la presidenza della Commissione Cultura del Comune di Alessandria, bene fanno a porre al centro delle nostre attenzioni il dibattito sul futuro del Teatro di Alessandria. Dopo cinque anni di chiusura a causa delle note vicende correlate alla presenza di amianto e al termine dei lavori di bonifica previsti per metà ottobre, ora urge definire tutte le fasi di un progetto nuovo per il rilancio del Teatro e con esso della cultura e, di conseguenza, della città. Sì, perché una città che esce dalla crisi dei suoi conti pubblici ha bisogno di progetti concreti e duraturi per ricomporre un quadro di rilancio complessivo e non mi sfuggono gli effetti positivi, economici e sociali, di un progetto per il Teatro. Assicuro che la Regione Piemonte farà la sua parte fin dal principio e per questo, almeno per le mie competenze e le mie responsabilità, sono interessato con chiarezza a scomporre in due fasi la vicenda.

La prima fase è quella della riapertura dove diventerà essenziale riportare i cittadini all’interno di un luogo che è loro, appartiene alla comunità, è un bene pubblico da custodire e conservare. Serviranno queste motivazioni “ideali” ma, e ha ragione Vittoria Oneto, servirà di sicuro il supporto degli Enti strumentali della Regione per riproporre Arte all’interno di almeno una parte della struttura. Lo faremo, e questo periodo servirà anche per affinare le idee per la seconda fase, quella di un progetto di gestione per il futuro, con un Piano Industriale preciso, in grado di assicurare certezze ed equilibri di bilancio. Servirà qualcosa in più di un accordo tra Enti Pubblici e soggetti privati interessati quali le Fondazioni Bancarie. Servirà uno studio preliminare per giustificare l’entità dell’investimento per il rilancio del Teatro, uno studio per comprendere i profili della domanda di cultura dei cittadini, comprese per esempio le evoluzioni nel tempo di tale domanda e il bacino di utenza di riferimento. Servirà capire quali saranno i punti di convergenza tra le possibilità di “fare cultura” della parte Pubblica e gli interessi d’impresa privata nel settore “cultura”.