Consumo di suolo ( I parte). Inviata mail ai sindaci per ottenere osservazioni.

Apriamo una discussione seria?

In questi giorni ho inviato una mail ai sindaci della provincia di Alessandria per chiedere cosa ne pensano del tema – Consumo di suolo -.

Premetto che all’inizio di settembre avevo pubblicato su facebook un mio articolo dal titolo “Inseguire i propri sogni senza dimenticare i propri limiti”. Quell’articolo, ripreso e pubblicato da alcuni giornali, fu fatto oggetto di parodia da un noto canale informativo torinese. Nella sostanza mi si imputava poca chiarezza e un linguaggio troppo “epico”. Voglio bene ai giornalisti perché tutti fanno un mestiere molto difficile e alcuni sono anche bravi, quindi, li capisco e faccio chiarezza.

Quando scrivevo: ”…. Tre parole: coraggio, responsabilità, bellezza. Il coraggio di cambiare rotta con scelte lungimiranti e radicali per liberare il sistema dove il primato dell’individuo va a scapito del bene comune. La seconda è responsabilità per essere noi il primo esempio del cambiamento che chiediamo al prossimo. La terza parola è bellezza, la bellezza dell’etica  della vita e della Politica. Una bellezza che ci permette di vedere senza effetti speciali la meraviglia di chi insegue i propri sogni senza dimenticare i propri limiti….”  non intendevo riesumare lo stile del sommo Virgilio ma fare riferimento, ad esempio, a temi concreti come il consumo di suolo.

Intanto ringrazio tutte le persone che a vario titolo mi hanno già inviato giudizi in merito; sono deciso a proseguire questo approfondimento e ne attendo da voi altri purché sia chiaro che non sono motivato ad aprire una discussione per limitare lo sviluppo economico ma per contribuire a renderlo compatibile alle esigenze della natura e dell’uomo.

L’Unione Europea chiede agli Stati membri, quindi anche all’Italia, di raggiungere entro il 2050 l’azzeramento del consumo di suolo. Nel frattempo in Europa è stimato che un’area pari a circa 1000 km quadrati, più o meno equivalente alla superficie di una città come Berlino, viene definitivamente persa in seguito alla sola costruzione di nuove infrastrutture o reti viarie.

I dati della ricerca del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente rilevano quest’anno ulteriori criticità nelle zone periurbane e urbane. Il consumo del suolo con le sue conseguenze rallenta a causa della crisi ma non accenna a fermarsi. E’ evidente che non vi sono ancora strumenti efficaci per il governo dei territori e ciò rappresenta un enorme problema in vista dell’auspicata ripresa economica che non dovrà corrispondere ad una ripresa incontrollata dell’artificializzazione del suolo.

Non possiamo più permettercelo anche da un punto di vista economico, oltre che per salvaguardare la natura, compresa l’incolumità dell’uomo. Gli effetti sono evidenti: erosione del paesaggio rurale, perdita di servizi eco sistemici, vulnerabilità al cambiamento climatico. Cerchiamo di chiarire il significato della rappresentazione del consumo che è data dal crescente insieme di aree coperte artificialmente da edifici, fabbricati, infrastrutture, aree estrattive, discariche, cantieri, cortili piazzali e altre aree pavimentate o in terra battuta, serre e altre coperture permanenti, aeroporti, porti, aree e campi sportivi impermeabili, pannelli fotovoltaici e tutte le altre impermeabilizzazioni non necessariamente urbane.

Prossimamente approfondiremo ciò che accade in Italia e in Piemonte.