C’è chi batte la crisi.

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C’è chi batte la crisi. Sono le startup innovative che, in questi periodi di difficoltà, stanno investendo risorse su idee e progetti di impresa innovativi; stanno assumendo persone, soprattutto giovani con alto profilo professionale e formativo; stanno rispondendo ai cambiamenti del mercato mettendo in campo energie, voglia di fare, creatività e talento.

E’ quanto emerge dall’indagine realizzata da SWG, per conto di Unioncamere nazionale, Ministero del Lavoro e in collaborazione con LVenture Group su un campione di 630 startup italiane (tra le 2.935 imprese iscritte al Registro delle imprese innovative). Le startup intervistate si rivelano straordinariamente dinamiche: il 75% prevede di aumentare, nel corso del 2015, il personale dipendente e l’88% ritiene che metterà  in campo nuovi investimenti per lo più per sviluppare nuovi prodotti. Il tutto con un orizzonte di riferimento commerciale ampio, tanto che solo una minoranza (30%) si muove su un mercato locale (provinciale o regionale), mentre il 23% ha come riferimento il mercato internazionale. Giovani, tecnologiche, dinamiche, con fatturati per lo più ridotti (nell’81% per il 2014 si prevedeva un fatturato inferiore ai 250 mila euro), e con investimenti iniziali minimi (per il 68% delle imprese intervistate la base di partenza è stata inferiore ai 50 mila euro), le startup italiane si muovono cercando di superare le lacunosità e le fatiche della burocrazia, con un obiettivo importante di ricerca dei crediti e dei capitali necessari per sviluppare il business nei prossimi anni.

Interessante sottolineare la prospettiva 2015 in termini occupazionali: nel 75% dei casi nelle nostre start up sono previste nuove assunzioni, nel 24% una stabilizzazione dei posti di lavoro e solo nel 1% sono previste diminuzioni.

Bene abbiamo fatto in Piemonte ad abolire l’Irap nei primi 4 anni di vita per le start up innovative.