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“CHIUDIAMO I PORTI AL DELIRIO DELLE POLEMICHE INUTILI”.

EDILIZIA SANITARIA IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA.

Ad ottobre 2017 con un emendamento votato all’unanimità in Aula al Piano Obiettivi dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali avevo chiesto l’elaborazione di uno studio sull’edilizia sanitaria in provincia di Alessandria. Lo studio di Ires è stato consegnato in questi giorni e mette in campo alcune ipotesi su cui lavorare. Ipotesi che prescindono in larghissima misura dagli effetti della riforma sanitaria attuata in questa Legislatura.

Ires evidenzia che sono nelle disponibilità di Aso e Asl Alessandria edifici con un potenziale per oltre 700 posti letto in eccedenza rispetto al bisogno di salute dei cittadini. Da ciò ne deriva che le Istituzioni locali, al fine di utilizzare al meglio le strutture sanitarie pubbliche, possono decidere per il futuro di mantenere tutto com’è, oppure possono riempire gli spazi con servizi ospedalieri accessori e servizi territoriali (magari legati al piano cronicità), oppure, infine, possono decidere di costruire una struttura da 320 posti letto tra Novi Ligure e Tortona, alienando gli attuali edifici e specializzando diversamente quello di Acqui Terme.

Tale notizia non mi pare tanto originale visto che il dibattito e il relativo studio su un ospedale tra Novi e Tortona era stato alimentato da più versanti politici negli anni scorsi. Ciò che di originale è scritto circa quest’ultimo punto sono i costi e le modalità per realizzarlo.

Io capisco tutto, anche quello che a volte in politica è bene non capire. Ma i porti da chiudere sarebbero quelli delle polemiche inutili. Per questa ragione ho chiesto al Presidente del Consiglio Regionale di consentire alla IV Commissione Sanità della Regione Piemonte di incontrare Ires lunedì 25 giugno e al Presidente della Provincia di Alessandria di organizzare un incontro pubblico per la presentazione dello studio. Una presentazione senza i simboli dei Partiti che restituisca un’idea di futuro ai cittadini.

Domenico Ravetti

Capogruppo PD

Consiglio Regionale Piemonte

Dalla co gestione (politica) alla congestione (superata). Andiamo avanti, non ci fermiamo.

 

Mentre la discussione politica nazionale e locale sul futuro della sinistra e del PD verteva sul tema della – co gestione – io facevo i conti con una severa – congestione -. Superato il momento ora penso ai prossimi giorni. Oggi riposo ancora un pò, domani pomeriggio sarò a Torino per la Direzione Regionale del Partito, lunedì mattina presiederò la Commissione Sanità con al primo punto all’ordine del giorno le prime determinazioni sulla proposta di legge 283 “Accorpamento ASL ASO di Alessandria”. Insieme ai colleghi che sostengono la proposta, non solo i colleghi di maggioranza, abbiamo deciso di aprire una fase di consultazione con i tanti soggetti interessati alla vicenda. Nell’arco di un tempo congruo riceveremo le osservazioni necessarie. Ma una cosa non mi torna: perché quelli che sostengono le ragioni contrarie non vogliono un confronto serio sui numeri? Forse perché non li conoscono? Forse perché non sanno quali sono gli indici che permettono un’analisi seria? Forse perché non sono interessati alla verità ma sono interessati a posizionarsi contro per avere vantaggi elettorali? Forse perché devono difendere delle poltrone e non i servizi ai cittadini? Forse perché semplicemente non sanno di cosa parlano? Ancora una cosa non mi torna: sono stato invitato, insieme ai colleghi del M5S, di MDP e di Forza Italia, dalla Commissione Sanità del Comune di Alessandria. A parte la qualità della discussione che mi ha lasciato abbondantemente perplesso, peraltro spero sappiano in maggioranza discutere diversamente su altri argomenti che conoscono magari meglio, non capisco perché non siamo stati riconvocati per discutere il merito della proposta. Avevo chiesto, ed è a verbale, di poter ritornare per un confronto sui dati della mobilità passiva, della qualità della produzione, dei bilanci delle due aziende. Avevamo iniziato un dibattito, non lo avevamo di certo concluso. Inoltre le opinioni degli amministratori pubblici devono basarsi sull’evidenza scientifica, non su altro, altrimenti sembrano molto più chiacchiere da bar sulla formazione della nazionale di calcio che scelte per il bene delle comunità. E invece niente, non se ne è fatto nulla. Ora leggo che la minoranza di un altro Comune della nostra provincia presenta un ordine del giorno contrario alla proposta di accorpamento. E le ragioni sono opposte a quelle di Alessandria. Mi spiego: la destra di Alessandria, non tutte in verità, ci sono anche quelle che ragionano, sostiene che un’unica azienda indebolirebbe l’Ospedale di Alessandria perché gli ospedali periferici trascinano verso il basso la qualità. La destra di città periferiche non vogliono l’accorpamento perché indebolirebbe gli ospedali periferici. Si mettano d’accordo perché sono in grande confusione. Comunque, andiamo avanti, co gestione o congestione, non ci fermiamo. Ribadisco, così stan tutti tranquilli: non è solo la mia proposta, è la proposta molto più larga del campo della maggioranza. Non toglieremo nulla se non qualche inutile e stra pagata poltrona, vogliamo un’azienda più forte dove il personale lavori con più garanzie e i cittadini possano avere servizi sempre migliori. Il resto è fuffa. Post scriptum: io non mi occupo di Direttori Generali, di Commissari o di proroghe, me ne occupassi vi assicuro che direi la mia. Oh se direi la mia!

Per il nuovo corso universitario di Medicina e Chirurgia il momento è ora. (o mai più)

Esiste una possibilità concreta, non una delle tante promesse, per aprire nella provincia di Alessandria con l’università del Piemonte Orientale un Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia. E’ un progetto di interesse strategico per l’Ateneo e rappresenterebbe una decisiva opportunità per le strutture ospedaliere perché caratterizzerebbe in positivo la qualità delle cure e potenzierebbe la ricerca scientifica. Siamo ad un punto di svolta nella nostra provincia e non solo nel capoluogo.  Gli studi dimostrano gli effetti positivi sulle comunità locali di tale iniziativa: rappresenterebbe un volano per lo sviluppo economico locale, aumenterebbe la capacità di attrarre finanziamenti pubblici e privati e partnership con l’esterno, infine creerebbe un nuovo bisogno di infrastrutture.

Insomma, un Corso di Laurea, in particolare di Medicina e Chirurgia, cambia in meglio le città. Cosa devono fare adesso le Istituzioni? Capirne l’importanza e coglierne le opportunità, senza le solite e banalissime divisioni a cui è stato sottoposto anche nel recente passato il nostro territorio.