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La parola al consigliere

Autonomia differenziata, federalismo, titolo V… Quanto è importante davvero per il cittadino sapere chi legifera e chi decide? Ne parliamo giovedì 18 febbraio alle 13 con il vicepresidente della VII commissione a Palazzo Lascaris, Domenico Ravetti. #laparolalconsigliere

Ne parliamo giovedì 18 febbraio alle 13 sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Gruppo PD del Piemonte

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NEL PD C’E’ VITA TRA IL LEADERISMO A VOCAZIONE MAGGIORITARIA E L’UNIONE DEM-POPULISTA?

Enrico Morando, in un post su Facebook, mette a terra una traccia per i prossimi mesi la cui direzione merita un giusto approfondimento. Ha ragione quando afferma che il Congresso vinto da Nicola Zingaretti non contemplava una prospettiva di Governo del Paese in alleanza con il populismo grillino, tanto che i vincitori di quel Congresso non sostenevano questa ipotesi nel dibattito pubblico e nemmeno in quello più esclusivo organizzato nei Circoli. E’ cambiato completamente lo schema politico con la caduta del Conte 1 ai tempi della calura del Papeete; e il PD, tutto il PD, ha scelto di imbarcarsi in una avventura arricchita da buone intenzioni, quasi fossero sacrifici riassumibili in “pur di non tornare al voto con la conseguenza di consegnare il Paese alla peggior destra di sempre.” Se penso a Quota 100, ai Decreti Salvini, alla macelleria populista contro l’autorevolezza di alcune Istituzioni, non so escludere che questa avventura ha pure in parte rimodellato la natura del PD. Mi sbaglio? Ebbene, è possibile, ma un fatto di tale portata prima del Covid-19 (ma c’è sempre tempo) doveva diventare un fattore comune nella comunità degli iscritti Dem con una discussione aperta. Ciò non è avvenuto, vedremo cosa capiterà, e vedremo quale alleanza si formerà prossimamente per le Regionali e per le amministrative. Lo ricordo solo perché il cittadino che si veste alla domenica da elettore, per il quale io ho un profondo rispetto perché ha già i suoi problemi, fatica ad immaginare una coalizione nazionale che si divide in due o tre pezzi ed entra in competizione sui territori sistematicamente. Comunque, per tornare al pensiero di Morando, nel PD è giusto attendersi la formazione, o la scomposizione in alcune aree politiche interne alla luce dei nuovi fatti. Capisco la semplificazione di Enrico, una semplificazione che utilizza per dividere il campo in due, da una parte chi coltiva e spera di far lentamente maturare il disegno del “grande incontro” tra PD e M5S e dall’altra chi ha spiccata vocazione maggioritaria, abbinata ad un certo leaderismo, ed è convinto che l’obiettivo fondamentale dei riformisti non può essere quello di impedire che i populisti di Salvini vadano al governo. Mi pare manchi qualcosa, non una banale – terza via – ma la rappresentanza di un desiderio che è già popolare ma che non trova nell’attuale centrosinistra e nell’attuale PD una casa abbastanza accogliente.  Qualcosa che serve a dare più spazio ad una cultura politica capace di distinguersi concretamente nella lotta alle esclusioni sociali e per una società più giusta. Uno spazio per il diritto a politiche pubbliche per la salute, per il diritto ad una abitazione, per la scuola, per il lavoro, per l’ambiente. Un’area competente per ricostruire l’Italia restituendo autonomia, forza e dignità agli Enti Locali, primi fra tutti i Comuni e certamente anche le Province. Uno spazio coraggioso di rappresentanza per gli italiani, soprattutto quelli più in difficoltà, che potrebbero consegnare con fiducia e speranza il proprio destino nelle mani di un Partito all’altezza di quelle sfide. Lo spazio c’è, lo vedo, non è contro qualcuno, è complementare. Dico che nella morsa tra leaderismo a vocazione maggioritaria e unione Dem populista può esserci vita nel PD. Almeno lo spero.

IL SOCIALISMO NEL PD

I socialisti guidano il governo in Spagna e in Portogallo. In Danimarca, in Svezia, in Finlandia e in altri Stati, i socialisti sono partner di governo, così come nella socialdemocrazia in Germania. Ma, soprattutto, colpisce la gemmazione del socialismo negli Stati Uniti dove la successione delle due crisi, quella finanziaria e quella pandemica, segnalano anche nella nazione capitalista più potente del mondo, la necessità di tenere insieme con proposte politiche innovative la coesione sociale con il profitto e la ricchezza. E ovunque nel mondo emerge che il populismo e il nazionalismo possono essere battuti in buona parte anche grazie all’esistenza dei socialisti.

In Italia, dalla “Prima Repubblica” ad oggi, il socialismo è stato custodito a sinistra in encomiabili e coraggiosi contenitori tuttavia troppo piccoli e inadeguati a svolgere il ruolo che la storia assegna al socialismo stesso.

E il Partito Democratico, pur iscritto al Partito Socialista e Democratico Europeo, non è un Partito a “prevalenza socialista”, non è nato per esserlo e non ha dimostrato in questi primi due decenni di vita una predisposizione a valorizzare, più di altre, le peculiari ragioni attuali e future del socialismo. Eppure è nel PD che dovremmo dare più spazio ad una cultura politica capace di distinguersi nella lotta alle esclusioni sociali e per una società più giusta. Quando si decide del diritto a politiche pubbliche per la salute, del diritto ad una abitazione, della scuola, del lavoro, dell’ambiente, gli italiani, soprattutto quelli più in difficoltà, dovrebbero poter consegnare con fiducia e speranza il proprio destino nelle mani di un Gruppo dirigente di un Partito all’altezza di quelle sfide. Oggi non è sempre così. Il PD può essere quel Partito ma va cambiato o, per non spaventare nessuno, almeno va adeguato ai giorni in cui viviamo e predisposto al meglio per i tempi in cui vivranno i nostri figli. Si tratta di dare più forza ad una identità nuova e in questo senso il socialismo in Italia, nel PD e a sinistra, va riempito di contenuti e vissuto con la passione della giusta lotta per l’uguaglianza che è, e sarà, per ora e per il futuro, una gran bella parola. Mi sembra questo il modo migliore per stringere la mano “tra uguali” all’autentico pensiero politico cristiano sociale, portatore di tradizioni e di futuro, anch’esso meritevole di più spazi e più attenzioni.