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Lettera aperta ai Sindaci della Valle Bormida

Cara/o Sindaco,

                           alcune recenti rassegne stampa riportano che giovedì 25 luglio nel Palazzo Comunale di Castellazzo Bormida l’Amministrazione Comunale ha convocato altri Sindaci e associazioni per discutere del futuro della Valle Bormida. Mi scuso per l’assenza ma non credo di aver ricevuto inviti e non ho trovato avvisi pubblici che mi permettessero d’essere presente. Leggo sui comunicati che dall’esito dell’incontro emergerebbe la necessità di approfondire le tematiche ambientali legate all’Acna e al Sin di Cengio; parrebbe altresì emergere il fondamentale proposito di rilancio economico dell’intera Valle grazie alle eccellenze artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Sempre sui comunicati stampa leggo che le Amministrazioni Comunali starebbero valutando di richiedere alla Regione Piemonte se riassumere un ruolo da protagonista dei processi di sviluppo di questo bellissimo territorio. Io credo sia giusto farlo e, nel mettermi a disposizione per questo obiettivo, mi permetterò di sostenere la Tua posizione sollecitando gli Assessori regionali competenti che, non ho dubbi, saranno desiderosi d’essere protagonisti in questa vicenda.

La giunta regionale adotta la delibera per riconoscere alla nostra provincia l’IRCCS

A leggere il rapporto dell’Agenzia Europea dell’ambiente, sulla qualità dell’aria, l’inquinamento continua a superare i limiti e rappresenta un pericolo per la salute: aumenta le spese mediche e riduce la produttività in tutti i settori dell’economia.

Secondo il rapporto annuale 2019 di Legambiente “Mal aria” in ben 55 capoluoghi di provincia si sono superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili. La città che, lo scorso anno, ha superato il maggior numero di giornate fuori legge è Brescia, poi Lodi, Monza e Venezia; al quinto posto c’è Alessandria, prima di Milano e Torino.

Le principali cause sono: il riscaldamento domestico, le industrie, le pratiche agricole e l’uso dell’auto.

A questi dati, che determinano un quadro epidemiologico non rassicurante per la nostra provincia, va affiancato il dato sull’incidenza dei tumori connessi a fattori ambientali e in  particolare i dati sul mesotelioma, con picchi nel casalese, di 50 nuovi casi ogni anno contro i 30 della media piemontese e i 3 della media nazionale.

In questa zona, negli ospedali e sul territorio, i nostri professionisti sanitari hanno consolidato un’esperienza nella ricerca scientifica di grande livello; gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico sono gli strumenti adeguati per svilupparla maggiormente.

In Italia ne esistono 49 e solo 1 in Piemonte ed è la struttura privata di Candiolo.

La Giunta Regionale, con l’assessore Saitta e il Presidente Chiamparino, ha adottato la delibera fondamentale per avviare formalmente il riconoscimento di IRCCS all’ASO di Alessandria in collegamento stretto con il presidio ospedaliero dell’ASL AL di Casale Monferrato.

I benefici saranno molteplici: la ricerca scientifica sulle patologie ambientali caratterizzerà in positivo la qualità delle cure, rappresenterà un volano per lo sviluppo economico locale e aumenterà la capacità di attrarre risorse pubbliche e private e partnership con l’esterno.

Negli 850 anni dalla fondazione della città di Alessandria e nel tempo della sfida casalese all’amianto, dopo l’avvio del corso universitario di medicina, con l’Istituto di Ricerca il nostro territorio svolta e scrive in positivo una nuova storia.

Piano qualità dell’aria: al primo posto la salute.

Domenico Ravetti (Pd): “Al primo posto la salute dei cittadini”

Torino 28 febbraio 2019 – La Commissione Ambiente del Consiglio regionale ha approvato oggi il “Piano per la Qualità dell’aria”.

“Questo provvedimento rappresenta uno degli atti che il nostro Gruppo vuole approvare entro la fine della legislatura perché non si rimandano le scelte per la salute delle persone. Pensare alla qualità dell’ambiente in cui viviamo significa pensare alla salute dei cittadini” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.

“Il Piano – ha proseguito Ravetti – interviene su 47 misure legate a diversi ambiti: trasporti, energia, industria, agricoltura, riqualificazione urbana e ha lo scopo di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali, raggiungendo gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 dell’Onu e dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile “.

“In questo contesto più generale – ha concluso Domenico Ravetti – si colloca anche il tema della mobilità sostenibile legato alla necessità di compiere le scelte migliori per tutelare ambiente e salute. I provvedimenti dei Comuni, tra i quali l’introduzione o la rimodulazione della Ztl, per avere un effetto positivo devono essere preceduti da un Piano urbano della mobilità sostenibile, che, da normative nazionali, dovrà essere approvato entro il 5 ottobre 2019. Un Piano che tenga conto di di una visione globale della mobilità urbana, con obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ivi comprese le esigenze di chi nei centri storici vive e lavora. Auspichiamo che tutte le amministrazioni vogliano contribuire, al di là di interessi particolari, a rendere il Piemonte un luogo migliore”.