#politica#dialogo#confronto#sorriderefabene

Il collega Gavazza è una persona con cui dialogo volentieri anche a microfoni spenti. Mi sono permesso di scherzare con lui in diretta perché la politica (che è una cosa seria) non è sempre e solo scontro fra le parti. Molte volte le relazioni sono rispettose, e quando è così ci si permette naturalmente anche di sorridere.#politica #dialogo #confronto #sorriderefabene

Posted by Domenico Ravetti – Con te dalla parte della Regione on Tuesday, 4 February 2020

Il collega Gavazza è una persona con cui dialogo volentieri anche a microfoni spenti. Mi sono permesso di scherzare con lui in diretta perché la politica (che è una cosa seria) non è sempre e solo scontro fra le parti. Molte volte le relazioni sono rispettose, e quando è così ci si permette naturalmente anche di sorridere.
#politica#dialogo#confronto#sorriderefabene

REGIONE. RAVETTI E GALLO (PD): “DA ICARDI I SOLITI NUMERI MA NESSUNA SOLUZIONE”


“I numeri li aveva già dati a luglio. Poi era tornato a darli a settembre-ottobre. Quindi li ha ripetuti, con toni alquanto allarmistici, anche oggi in conferenza stampa. Ma quello che l’assessore Icardi in questi sette mesi continua a non dire, è che cosa intende fare, quali politiche pensa di adottare senza incidere sui servizi e sui cittadini. Quello che è emerso con chiarezza oggi, è che nei conti della sanità regionale non c’è alcun disavanzo da coprire. La Giunta di centrosinistra non ha lasciato in eredità debiti, ma c’è stata, a partire dal 2017, una maggiore spesa coperta grazie ad entrate straordinarie. Una maggiore spesa che è stata determinata non da sprechi o inefficienze ma da due fattori fondamentali. Il primo è che, usciti dal piano di rientro, è stato possibile tornare ad assumere personale medico e sanitario, dopo che per anni il blocco del turn over aveva fatto esplodere la mobilità passiva. Il secondo fattore è dato dall’incremento della spesa farmaceutica legata ai farmaci innovativi, in particolare antitumorali ed epatite C. Noi siamo orgogliosi di aver consentito alla sanità piemontese di tornare ad assumere e di aver garantito a tutti i piemontesi cure per malattie gravi. L’assessore Icardi, preoccupato per la perdita lorda di 278 milioni di euro nel 2019, ha voluto avvisare tutti del fatto che il Piemonte ha già un piede nel futuro piano di rientro. Sulla cura, su come affrontare la situazione, sulle politiche da adottare, solo silenzio e un rinvio a future conferenze stampa e future slides. Dove magari spiegherà anche come pensa di pagare il maggiore contributo da parte della sanità privata. Speriamo solo che tanto allarmismo non sia propedeutico a infauste scelte, come un nuovo blocco delle assunzioni. Questo sì che sarebbe un salto nel passato che pagherebbero duramente tutti i piemontesi”

Domenico RAVETTI
Raffaele GALLO
Gruppo Consiliare Regionale Partito Democratico Regione Piemonte

CACCIA IN PIEMONTE: SI DICA COME SI INTENDE CAMBIARE LA LEGGE. BASTA CON LE SCUSE.


RadioGold pubblica la notizia del “vorrei ma non posso” dell’assessore regionale alla caccia. Secondo l’Assessore il Ministero dell’Ambiente ostacolerebbe la possibile modifica della legge regionale. Per chiarezza: in Commissione e in Consiglio non c’è traccia di un testo dell’assessorato dove si esprime la volontà di cambiare la legge. In ogni caso, sempre per chiarezza, pubblico l’art. 19 della legge nazionale sulla caccia, una legge nazionale che la Lega non ha mai voluto cambiare nemmeno quando era al Governo del Paese. In cosa questo articolo ostacolerebbe il cambiamento auspicato dall’assessore non è semplice capirlo.
Art. 19.
(Controllo della fauna selvatica)
1. Le regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la
caccia a determinate specie di fauna selvatica di cui all’articolo
18, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza
faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali,
stagionali o climatiche o per malattie o altre calamita’.
2. Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico,
per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione
biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la
tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al
controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate
alla caccia. Tale controllo, esercitato selettivamente, viene
praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere
dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l’Istituto
verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono
autorizzare piani di abbattimento. Tali piani devono essere attuati
dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali.
Queste ultime potranno altresi’ avvalersi dei proprietari o
conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purche’
muniti di lincenza per l’esercizio venatorio, nonche’ delle guardie
forestali e delle guardie comunali munite di licenza per l’esercizio
venatorio.
3. Le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono attuare i
piani di cui al comma 2 anche avvalendosi di altre persone, purche’
munite di licenza per l’esercizio venatorio.