2020: ALESSANDRIA MERITA MOLTO DI PIÙ


Ho letto e ho conservato l’intervista della brava Antonella Mariotti su La Stampa al sindaco di Alessandria. Il tema scelto è il futuro della città a partire dal 2020 e le domande vertono sui programmi più importanti che Cuttica di Revigliasco intende sviluppare che, per precisione, sono: fondi UE per Cittadella e San Francesco, logistica, mobilità urbana e collegamenti per Milano, completamento del salvataggio del sistema “gestione rifiuti”.
Bene, tutto molto bene. Non ho nulla di personale contro il sindaco, tantomeno contro la sua Giunta. Lui è una persona d’altri tempi e non nutro nei confronti dei suoi Assessori alcun sentimento ostile ma, appunto, sono rimasti fermi ad altri tempi e stanno legando al palo del passato l’intera città. Mi spiego: ho riletto in queste ore le 316 pagine di relazione di bilancio 2007 della Giunta Mara Scagni. C’è più futuro in quella relazione che nell’intervista del sindaco attuale. O, per non essere faziosi, già 13 anni fa l’idea di futuro conteneva fondi UE, logistica retroportuale, programmi di adeguamento alle norme legislative e riduzione del quantitativo di rifiuto da smaltire, sviluppo e razionalizzazione della mobilità urbana per rendere la città più vivibile diminuendo l’inquinamento acustico ed atmosferico. Ma, a differenza della rassegnazione contemporanea, c’era un’idea di sviluppo legato al turismo e alla cultura, quindi al teatro, ai musei, al sistema bibliotecario. C’erano programmi precisi sullo sviluppo dell’università, si progettavano residenze universitarie e servizi per gli studenti. Addirittura c’era già allora un progetto per il secondo ponte sul fiume Bormida e una riflessione sull’utilizzo delle sponde urbane del fiume Tanaro. Insomma, nulla di originale in Cuttica di Revigliasco e nel leghismo nostrano, solo un imperdonabile ritardo di 13 anni. Capisco che allora si parlava di futuro con la qualità del Presidente del Consiglio Comunale Pierangelo Taverna, con gli assessori Marco Santi, Sandro Tortarolo, Diego Motta, Cesare Miraglia, Enrico Mazzoni, il compianto Antonio Martano, Roberto Livraghi, Marinella Fumarco, Gabriella D’Amico, Giancarlo Cattaneo e Ezio Brusasco. Capisco. Ma la verità è che oggi manca la cura dell’anima, manca la cura del corpo, manca bellezza e futuro e il sindaco è rimasto fermo alla previsione di bilancio 2007 o, se preferite, Alessandria è tornata semplicemente indietro di 13 anni. Non si leggono le traccie delle fondamentali infrastrutture sanitarie e culturali come il nuovo ospedale e il riutilizzo del teatro comunale anche in collaborazione con l’Università. Non si trova concretezza sulle scelte che migliorano l’ambiente a partire dalla qualità dell’aria, dal consumo del suolo, dalla riduzione pro capite dei rifiuti e dalla differenziata. Non si leggono precise posizioni sul ruolo del capoluogo in relazione ad un territorio più ampio per esempio sul dissesto idrogeologico oppure sulle attività economiche a partire dalla protezione e valorizzazione del piccolo commercio. Niente. Si vede solo il buio oltre alla rassegnazione per una città che può dare tantissimo ma che si è attorcigliata con i fili del passato.