Sulla riqualificazione della Sanità: “a ciascuno il suo mestiere”

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Nella gestione della sanità piemontese esiste un fatto e non un’opinione. Il Piemonte, insieme all’ Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia, è costretto a rispettare un rigidissimo piano di rientro finalizzato a verificare la qualità delle prestazioni ed a raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali. Il Ministero della Salute è impegnato nell’affiancare l’assessorato Piemontese nel raggiungere gli obiettivi previsti dal Piano.

Le attività condotte in termini di razionalizzazione della spesa hanno determinato rilevanti progressi tanto da raggiungere posizioni di equilibrio finanziario, ma ancora molto è necessario fare in particolar modo sulla garanzia, in termini di equità e qualità, dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

Questa infatti rappresenta la sfida più importante che il Piemonte ha di fronte e con la quale dovrà confrontarsi ancora nei prossimi anni: rendere possibile equilibrio finanziario ed erogazione equa ed efficace dei servizi.

Rimanendo sui fatti vorrei specificare che la debacle sanitaria piemontese è figlia di scelte sbagliate compiute negli ultimi decenni, scelte dettate da un mix di evidente incompetenza e di ossessiva ricerca del consenso.   E sempre sui fatti, non sulle opinioni, vorrei ricordare che in questa legislatura noi cerchiamo di aggiustare “rotti” che altri hanno causato con la consapevolezza che tale aggiustamento lede alcuni interessi e molte pratiche consolidate nel tempo che poco avevano, o hanno, a che vedere con l’equità e la qualità dei servizi; e cerchiamo di raggiungere gli obiettivi riportando alla Regione il ruolo che le compete, cioè quello della programmazione. Questa è la volontà della maggioranza che sostiene la Giunta Regionale pronta a pagare un prezzo politico per non aver gettato sulle spalle delle generazioni future il peso dell’inefficienza. So di aver convintamente condiviso questo cammino, quello di una programmazione diversa rispetto a quella praticata nel passato, ma non sento di doverne pedissequamente condividere altri inerenti ad altre competenze e ad altre responsabilità. “A ciascuno il suo mestiere” è una frase che può aiutare la sintesi del mio ragionamento; all’interno dei confini definiti dalla programmazione regionale esiste un campo con diversi protagonisti tecnici, non politici, valutabili in via esclusiva per specifici obiettivi assegnati, tempistiche e budgets da rispettare. Con molta semplicità, secondo le normative vigenti, andranno valutati.