L’ospedale di Casale Monferrato rischia di rimanere senza neurologi

L’ospedale di Casale Monferrato rischia di rimanere senza neurologi, fino a poco fa erano sette, oggi ne è rimasto solo uno che a breve andrà in pensione. E così per funzionare i reparto si affida ai gettonisti, dipendenti di Fondazioni e personale di altre aziende sanitarie.

A Casale Monferrato stanno cercando di mettere una pezza per andare avanti qualche mese, senza trovare soluzioni definitive per il futuro. Manca una visione, un’idea precisa, un progetto concreto. Ci accontenteremmo anche solo di un pensiero, per uno dei più importanti ospedali del Piemonte.

Abbiamo bisogno di una giunta regionale che metta al primo posto la sanità pubblica, non possiamo continuare a trattarla come se fosse Frankenstein e mettere insieme dei pezzi per tirare a campare.

Ringrazio la Gazzetta d’Alba

Ringrazio la Gazzetta d’Alba per avermi citato tra i consiglieri regionali con il 100% di presenze in aula. Per me è un dato del tutto naturale, nulla di eccezionale: essere presente in Consiglio, qui, ogni volta che mi è richiesto fa parte del mio lavoro ed è semplicemente un atto dovuto per ripagare tutte le persone che in questi anni hanno scelto di darmi fiducia. Andiamo avanti!

Carenza di infermieri

“In Italia vi è una carenza di infermieri certamente superiore alle 65 mila unità, principalmente a causa della scarsa attrattività della professione. In Piemonte, in particolare, mancano dai 4 ai 5 mila infermieri.

Perché si verifica la mancanza di adesione alla professione infermieristica? Normalmente si nasce infermieri, si cresce infermieri e si va in pensione infermieri generalisti. Dallo stipendio alle competenze riconosciute non cambia quasi mai nulla.

Sono previsti 1100 laureati all’anno per i due atenei piemontesi, ma termineranno il percorso di studi 6/700 studenti. Per esempio, saranno 195 gli infermieri che, a novembre, si laureeranno in Università del Piemonte orientale (quindi compresa Alessandria), ma il fabbisogno previsto era 420. Purtroppo emerge che mancheranno sicuramente degli infermieri, ma soprattutto, in base ai dati attuali, mancherà il nuovo perimetro delle competenze e delle responsabilità necessarie. Si conferma che è sempre più necessario ripensare alla nostra sanità, ridisegnandola a partire dalla preparazione e dalla valorizzazione del personale”