LIBERIAMOCI DALLA “OSSESSIONE DEL VOTO”

All’alba di una nuova e lunga stagione elettorale non mi rassegno all’idea che la politica serva solo a chi la fa.

La Politica serve alle persone, in prima istanza a quelle più esposte ai rischi di una società che tende ad escludere i più deboli. Ma la Politica serve anche ai forti e ai competitivi che hanno bisogno delle regole del gioco per evitare degenerazioni. La Politica serve se chi la fa si pone come obiettivo il “bene comune” e compie analisi e scelte conseguenti finalizzate a diffondere benessere. Serve se è al servizio, non se si serve. Ma non al servizio di interessi particolari, questo è il punto. Quindi, se posso permettermelo, formulo un auspicio e che valga per tutti, anche per me. Un auspicio, non un paradosso e nemmeno una provocazione: liberiamoci dalla ossessione della raccolta dei voti. Lo so, non scrivo nulla di nuovo, vale da sempre, ma ora la misura è colma. Sono per primi i cittadini a non poterne più e che non vengono a votarci perché da tempo percepiscono che in troppi scegliamo per noi, per continuare ad avere un ruolo; non vengono più a votare, o votano dandoci un calcio nel sedere, perché non serviamo più se non a noi stessi o, nel migliore dei casi, a qualche particolare interesse. Liberiamoci dall’ossessione dei voti e maturiamo un atteggiamento più coraggioso. Siamo genuflessi quando dovremmo essere in piedi con la schiena diritta. Facciamoci valutare per i progetti che abbiamo non solo durante le campagne elettorali. Abituiamoci a dire la verità e a gestire il dissenso con saggezza evitando lo scontro su questioni molto più importanti di noi e del nostro destino come la salute, la scuola e il lavoro. Se la Politica serve solo più a prendere voti vuol dire che la caratteristica principale dei candidati, quelli che vanno a formare la classe dirigente del Paese, non dev’essere il talento ma la quantità (non la qualità) di relazioni, dentro o fuori i Partiti, che si trasformano in schede dentro l’urna. Ma se è questo il fine, e purtroppo in troppi casi questo è, la Democrazia diventa un inutile orpello marginale per i cittadini, un elemento servizievole, tuttalpiù un percorso alternativo per la carriera di qualcuno incapace di cogliere la sfida di un lavoro serio.