NON PAGO PER RENDERE PIU’ LIBERE LE MIE OPINIONI

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Ognuno di noi in coscienza può decidere dove posizionare la linea di confine che delimita il campo del bene da quello del male.

Nel caso che vi sto per raccontare la linea di confine io la posiziono abbondantemente dentro il campo del male, se per male si intende l’impossibilità di diffondere liberamente le notizie. Come sapete sono un Consigliere regionale del Piemonte, rappresento una comunità politica, qualche elettore, un territorio; a volte promuovo iniziative, altre volte mi oppongo o condivido scelte altrui. Non è un vizio personale ma un dovere rendere nota la mia attività politica e Istituzionale. Per questo, come tutti gli altri colleghi, invio resoconti, note e comunicati ai giornali cartacei o on line. Certo, vorrei fossero pubblicati sempre ma non posso pretenderlo perché devo rispettare la libertà nelle scelte redazionali e nelle linee editoriali. Ma la mail che ho ricevuto da un direttore di un giornale on line della provincia di Alessandria con oltre 300 mila contatti / mese, nonché giornalista iscritto all’Albo, mi umilia e per questo, senza citarlo per non aprire contenziosi pubblici, ho deciso di rendere noto il fatto affinché si sappia in che mare informativo questa società naviga. Ovviamente resto a disposizione di tutti i soggetti pubblici e privati competenti in materia che intendano approfondire la questione.

Questo giornalista mi scrive

“Se un soggetto decide di acquistare inserzioni pubblicitarie su altri organi di informazione e non su (nome del giornale) …omissis…sulla base della propria libertà discrezionale (nome del giornale) …omissis… non pubblica articoli specifici in cui il soggetto in questione viene citato. Domenico Ravetti rientra tra quei soggetti che nell’ambito della campagna elettorale a suo tempo realizzata, avendo effettuato inserzioni pubblicitarie su altri organi di informazione…omissis… non può beneficiare di articoli gratuiti specifici sull’attività che svolge. “

Di seguito il giornalista mi riporta i costi di un contratto per 30 articoli o, in alternativa, la cancellazione del suo indirizzo di posta elettronica dalla mia mailing list.

Non lo pagherò, non pago nessuno per rendere nota la mia opinione. Ho promosso la mia campagna elettorale secondo regole, ho acquistato gli spazi che ritenevo opportuni e per le disponibilità economiche che avevo a disposizione. Non potevo acquistare spazi ovunque. E ora voglio capire se altri giornali, senza peraltro avvisarmi con proposte economiche, con me si comportano allo stesso modo.