Comune di Castellazzo Bormida: Giunta coerente con l’esito delle elezioni oppure questa è una storia finita

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Mi permetto alcune riflessioni, le prime e le ultime, sul futuro dell’Amministrazione Comunale di Castellazzo Bormida, paese in cui vivo, muovendo i miei pensieri a partire da una stagione politica che tanti segni ha lasciato nella società italiana: la stagione del 68 universitario, l’autunno caldo, la strategia della tensione, le lotte per la casa, il femminismo, la crisi della nuova sinistra e il movimento del ’77. E’ stato il tempo attraversato da una nuova generazione politica, protagonista di lotte di massa che partendo dall’università hanno poi contagiato l’intera società. Una generazione che ha sognato di fare la rivoluzione, che ha impegnato e speso tutte le sue energie, con generosità ed entusiasmo, nel tentativo di cambiare il mondo, di costruire una società diversa a misura d’uomo, una società senza sfruttamento e senza disuguaglianze. Un sogno collettivo durato più di un decennio, illusioni, speranze e sconfitte di un’esperienza politica, che è iniziata alla luce di grandi certezze ma che si è via via impigliata nei suoi tanti errori, per poi fallire miseramente, con una sconfitta irreversibile e con tante ferite che bruciano ancora.

È evidente che non è mai stata analizzata fino in fondo la ragione di quella sconfitta se, con lo spirito dei protagonisti di allora, ancora oggi in alcuni spazi politici o amministrativi qualcuno tende a ripetere i medesimi errori.

Intanto non si può continuare a dividere il mondo tra buoni e cattivi con la presunzione di trovarsi sempre dalla parte giusta. E nell’esercizio retorico della divisione tra buoni e cattivi qualcuno insiste pervicacemente sull’ulteriore divisione tra la sinistra migliore e la sinistra peggiore. Salvo poi stringere patti paradossali con i paraventi delle destre e gli ex pentastellati, gli stessi patti che, se stretti da altri, sarebbero stati, e in verità il solo accenno lo è stato, oggetto di furiose rivolte.

Insomma, non può capitare ancora che aleggino in certe comunità concetti astratti contro il sistema da abbattere. Inoltre, una preghiera, non si usino i figli per fare quella rivoluzione che i padri non sono stati in grado di fare.

Per ultimo, credo di aver pagato un prezzo personale molto alto nella mia comunità, prima per le mie scelte da Sindaco, poi per essere stato eletto in Consiglio Regionale. Avevo messo in conto certe reazioni ma non nella misura in cui si sono palesate. Alcuni hanno intrecciato sul campo della politica, invidia, gelosia, rivalsa, superando di gran lunga l’asticella del buon senso per finire anche sul terreno della mia vita privata. Si è esagerato, mi domando quanto consapevolmente. Ma se ci fosse un “bene comune” nel continuo attacco nei miei confronti, fossi davvero il padre di tutti gli errori, sarei io il primo a dire – unitevi contro di me -. Purtroppo così non è, perché, ne sono certo, alcuni il giorno dopo li troveremmo nuovamente nelle piazze alla ricerca di un altro nemico.

Rivoluzionari o semplici cittadini, ora basta. Sull’Amministrazione Comunale del nostro paese, la si smetta con le farse. Si ricomponga una Giunta nel rispetto dell’esito delle elezioni, così come detto più volte dal Sindaco Gianfranco Gil Ferraris, oppure si prenda atto che questa è una storia finita che, come tutte le separazioni, meriterebbe un minimo di civiltà nei rapporti. Perché anche le divisioni possono essere gestite senza accuse reciproche volte esclusivamente a salvare se stessi dal giudizio pubblico. Perché se una storia finisce bisogna avere il coraggio di ammetterlo non la codardia di individuare un colpevole.