Come fosse un messaggio in bottiglia affidato alle onde

Uniti, con un’identità diversa e all’opposizione

Da tre anni a questa parte il giorno dopo le elezioni o il referendum scrivo: abbiamo perso. Anche ora, dopo il 4 marzo, scrivo – abbiamo perso -. L’Italia è da un’altra parte, non affida più a noi le sue speranze, è un’Italia impaurita ed arrabbiata che si rivolge al M5S e alla Lega. E questa verità può non piacerci ma resta la verità evidenziata segno dopo segno sulle schede elettorali. Questa condizione è la stessa che vivono quasi tutti i Paese dell’area europea con la sinistra riformista in difficoltà ovunque, praticamente ininfluente, se non in Germania ma solo perché fondamentale nella composizione del nuovo Governo Merkel. Lavoro, protezione sociale, immigrazione sono i temi su cui non abbiamo scampo e questo a prescindere da cosa è stato o cosa non è stato fatto. L’elettore, se preferite il cittadino, in larga misura, imputa a noi l’elenco degli errori convinto che abbiamo diffuso molte più insicurezze che certezze. Le nostre Riforme e il nostro salvataggio dei Conti Pubblici non hanno cambiato la quotidianità di chi ha problemi da risolvere, o forse i cambiamenti non sono stati percepiti; fatto sta che la nostra azione di Governo ci ha reso marginali. Il mio Partito, il PD, dal 40% del 2014 è passato al 19%. Basta affermare che è tutta colpa di Matteo Renzi per tornare a livelli di decenza elettorale? Non basta. Per me sarebbe più semplice affermarlo siccome non l’ho mai sostenuto nelle Primarie a cui ha partecipato, ma so bene che non risolverei mezzo problema e non offrirei una prospettiva politica. Prendiamoci il tempo necessario per capire come potremo ritornare ad essere utili alle persone e riflettiamo sul fatto che non abbiamo più un sogno da offrire agli Italiani. Soprattutto evitiamo le fulminanti conte interne tra quel che è rimasto del gruppo dirigente locale e territoriale. Per ripartire bene abbiamo bisogno di tre premesse: 1) il centrosinistra ha un senso solo se unito e il cammino da adesso in poi deve ostinatamente tendere verso la condivisione. 2) Il problema non è Renzi, nemmeno il renzismo. Anzi, sono parti del PD. Ma Renzi e il renzismo non possono più rappresentare la sintesi e l’identità del centrosinistra. Non lo dico io, l’hanno detto i cittadini con il voto. 3) dobbiamo trascorrere del tempo all’opposizione in Parlamento. Ci farà bene.