Archivi categoria: politiche sociali

“Più tasse per il volontariato.”

Domenico Ravetti (Capogruppo PD Consiglio Regionale Piemonte): “Vogliono frantumare l’essenza della coesione sociale nel nostro Paese. Lega e M5S hanno superato il limite della decenza politica.”

 “Quella tassa è una vergogna, una patrimoniale sulla solidarietà. Il conto lo pagheranno i più poveri” Sono queste le parole che arrivano dal mondo del volontariato. E la protesta si diffonde sempre più contro la norma voluta da Lega e M5S che cancella l’Ires agevolata (portandola dall’attuale 12% al 24%) per istituti di assistenza sociale, fondazioni, enti ospedalieri, istituti di istruzione senza scopo di lucro. E che prevede un esborso di circa 120 milioni per il terzo settore. Ancora una volta questo G(g)overno nazionalpopulista conserva il solito posto alle persone in difficoltà: l’ultimo. D’altronde le parole – solidarietà – e – umanità – paiono non essere inserite nel dizionario della lingua del nuovo potere.

6,5 MILIONI CIRCA PER IL “DOPO DI NOI”

Il 2 maggio 2017, è stata approvata in Giunta regionale la delibera in favore dell’accoglimento del “Programma attuativo” relativo alla legge 112 del 2016, comunemente denominata “Dopo di noi”.

 

La presente norma disciplina le misure di assistenza, cura e protezione delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare, a causa della mancanza di entrambi i genitori, oppure a seguito dell’impossibilità degli stessi di fornire loro l’adeguato sostegno, nonché in vista del venir meno dell’aiuto familiare, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l’esistenza in vita dei genitori. E’ inoltre previsto che le Regioni adottino indirizzi di programmazione per l’attuazione degli interventi e dei servizi finanziabili. In funzione della realizzazione di tale servizi, per la Regione Piemonte, sono stati previsti 6.480.000,00 di euro per l’anno 2016. Il Programma attuativo contiene la descrizione degli interventi ed il riparto delle risorse ministeriali assegnate, tenendo contro degli obiettivi di autonomia e di inclusione sociale della persona coinvolta, nonché delle modalità di monitoraggio e di verifica del soggetto interessato. La definizione e l’articolazione del budget dei progetti sono finalizzate alla realizzazione di programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. Tali programmi intendono infatti raggiungere obiettivi quali: favorire il protagonismo e l’autodeterminazione delle persone con disabilità o di chi le rappresenta per la realizzazione del proprio progetto di vita adulta, per esempio tramite un’organizzazione abitativa autonoma in alloggi con un massimo di 5 posti ; agevolare la costruzione di percorsi partecipati con le famiglie e le associazioni che le rappresentano, attraverso l’accoglienza in housing sociale o in co-housing; sostenere percorsi di accompagnamento dei genitori al “durante noi per il dopo di noi”; promuovere un lavoro di comunità per favorire l’inclusione sociale, grazie a programmi di accrescimento della consapevolezza e per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorirne l’autonomia.  Con questa delibera la Regione Piemonte stabilisce il piano operativo per l’attuazione della legge sul “Dopo di noi” nella nostra regione e che il Programma operativo è frutto di un lavoro condiviso con gli enti gestori del territorio, discusso con le associazioni e che è stato inviato per la sua validazione al Ministero delle Politiche Sociali, validazione indispensabile per ottenere il finanziamento. Inoltre questo programma operativo ha due elementi chiave: da una parte stabilisce che una quota del finanziamento nazionale per il Piemonte, una quota maggioritaria di queste risorse, sarà dedicata all’attivazione di progetti misurati sulle persone, per le persone e per le famiglie con l’obiettivo di: aiutare le persone con disabilità gravi a vivere con il massimo dell’autonomia possibile; a fare in modo che tale progettualità aiuti queste persone a vivere in maniera attiva, ad essere parte del tessuto sociale, a non sentirsi escluse dal tessuto sociale e ad essere in qualche modo parte attiva della cittadinanza. Queste risorse, tramite una delibera che verrà discussa nelle prossime settimane, verranno ripartite direttamente agli enti gestori territoriali delle politiche sociali. Un’altra parte invece verranno messe a bando tramite bandi pubblici della Regione per raccogliere progetti provenienti dai territori con cui si intendono fare degli interventi strutturali per adeguare alcuni alloggi, che devono mantenere le caratteristiche delle abitazioni civile, (non devono essere strutture, case di riposo) destinate a persone con disabilità, prive di supporto familiare e che abbiano la possibilità di vivere in un contesto che disponga delle medesime caratteristiche del contesto familiare, con l’obiettivo di prevenire un’istituzionalizzazione di queste persone. Questo è un passo in avanti molto importante e la Regione Piemonte farà tutto ciò che è possibile affinché questa legge venga attuata e rispettata sui territori di questa Regione.

 

 

 

Disabilità: il lavoro e l’inclusione sociale.

Convegno Anfass Onlus del 5 maggio 2017 – Novi Ligure

DATI INSERIMENTO LAVORATIVO DISABILI

Fondo Regionale disabili

Il Fondo Regionale disabili è stabilito dall’art 14 della legge 68/99. Gli importi derivanti dall’irrogazione delle sanzioni amministrative, previste dall’art. 5 della stessa legge, sono destinati ad alimentare tale Fondo, così come le entrate regionali relative ai versamenti delle aziende che hanno ottenuto un parziale esonero dall’obbligo di assunzione a causa delle speciali condizioni della loro attività.

Sino al 2015 attraverso tale fondo le Province potevano attivare percorsi individualizzati di adeguamento delle competenze, di tirocinio, di accompagnamento al lavoro e di tutoraggio al fine di far acquisire capacità, competenze e potenzialità professionali che possano essere spendibili rispetto all’offerta di lavoro delle aziende.

In sintesi  nel periodo 2009-2015 sono stati messi a disposizione delle province 39.482.587 euro, nel periodo della crisi 2008-2015 complessivamente gli inserimenti lavorativi sono stati 1.700.

Negli ultimi anni l’attuazione del Fondo Regionale disabili ha previsto anche la definizione di convenzioni tra i servizi di collocamento mirato e professionisti qualificati e specialisti, quali psicologi, educatori ed operatori sociali e l’attuazione di servizi specialistici per soggetti ipo/non vedenti e ipo/non udenti, di coaching/supervisore all’operare dei CpI e del Servizio. Tra le attività avviate, da segnalare quella dei Servizi di valutazione dell’efficacia degli interventi di interpretariato LIS, realizzata d’intesa con il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Torino per un’indagine di supporto al mantenimento del posti di lavoro e i Servizi  di supporto ai servizi on-line per l’assistenza a cittadini e imprese.

Sono state create le condizioni  per stabilizzare e strutturare i percorsi di interazione tra il CpI, i Servizi Sociali, Sanitari, della Cooperazione e delle associazioni attraverso un accordo di Programma tra Enti per individuare le specifiche competenze e le modalità di comunicazione tra loro (Base importante per avvio attività SIA).

Nel corso del 2015 il Fondo Regionale Disabili ha sostenuto oltre 50 progetti presentati da Centri di F.P., Istituzioni, Cooperative, Associazioni e Organizzazioni di volontariato che svolgono attività idonee a favorire l’inserimento e l’integrazione lavorativa di persone disabili. Degli oltre 50 progetti, 19 erano finalizzati all’inserimento lavorativo di persone con disabilità psichica o intellettiva, tra questi anche corsi FAL BREVI, attivati per gruppi limitati di persone con particolari difficoltà.

Nello stesso anno il numero  di tirocini erogati dai CPI è stato di 1.256 di cui sono scaturite 120 assunzioni. Le imprese che hanno ricevuto contributi sono state 178.

 

Nel corso del 2016 con il passaggio delle competenze sul lavoro alla Regione, l’attività di programmazione del fondo è stata posta in carico dalla Regione che ha emanato un nuovo atto di indirizzo (DGR 7 novembre 2016 n.15-4165), già condiviso con le parti sociali e le associazioni di categoria per un valore complessivo di 8 milioni di euro, che finanzierà la partenza delle nuove attività di politiche attive per i disabili a valere su tutto il territorio regionale.

Di seguito illustro le distribuzione delle risorse e i principali interventi finanziati.

 

Fondo Regionale disabili (annualità 2016-2017)
Servizi e misure di politica attiva Priorità POR Misure (V livello) Risorse per Misura
Buono servizi SAL OT 9i – Inclusione (lotta povertà) 2.9i.7.1.8 – Buono servizi lavoro per persone disabili € 3.000.000
Buono servizi specialistici legge 68/99 OT 9i – Inclusione (lotta povertà) 2.9i.7.1.9 – Buono servizi specialistici 68/99 € 1.700.000
Progetti speciali OT 9i – Inclusione (lotta povertà) 2.9i.7.1.10 Progetti speciali inclusione socio-lavorativa per persone con disabilità € 2.000.000
Indennità di partecipazione OT 9i – Inclusione (lotta povertà) 2.9i.6.1.2 – Indennità di partecipazione a percorsi di politica attiva del lavoro € 300.000
Azioni di sistema OT 9i – Inclusione (lotta povertà) 1.8.7.5.1.XX Azioni di sistema € 500.000
TOTALE € 8.000.000

 

  • Percorsi di politica attiva personalizzati finanziati mediante il “Buono servizi lavoro persone con disabilità” gestiti esclusivamente dagli operatori privati accreditati, comprendenti un flusso di servizi al lavoro, con l’erogazione dei seguenti servizi:
  • servizi di orientamento, base e specialistico, azioni di ricerca attiva del lavoro; servizi di accompagnamento al lavoro, finalizzati all’inserimento in impresa, in tirocinio e/o con contratti brevi
  • servizi di tutoraggio all’inserimento della persona disabile in impresa (sia in caso di tirocinio sia in caso di assunzione);
  • servizio di incrocio domanda/offerta, il cui rimborso è riconosciuto a fronte di contratto di assunzione di medio/lungo periodo;
  • contributo a parziale o integrale copertura dell’indennità di tirocinio, il cui valore può essere incrementato in caso di assunzione della persona.
  • servizi di tutoraggio individuale del percorso di politica attiva a garanzia dell’integrazione e raccordo con la rete socio-assistenziale e, del privato sociale e le altre misure di sostegno presenti.
  • Percorsi di politica attiva personalizzati gestiti escllusivamente dai CPI, finanziati mediante il “Buono servizi specialistici legge 68”, che prevede l’erogazione dei seguenti servizi
  • attività di orientamento mediante Laboratorio specialistico di gruppo;
  • servizio di incrocio domanda/offerta, il cui rimborso è riconosciuto a fronte di contratto di assunzione di medio/lungo periodo (servizio riconosciuto in caso di inserimento positivo in azienda);
  • contributo a parziale o integrale copertura dell’indennità di tirocinio, il cui valore può essere incrementato in caso di assunzione della persona.
  • Indennità di partecipazione ai percorsi di politica attiva del lavoro. Per i soggetti in condizione di particolare marginalità e povertà sarà riconosciuta la possibilità di attivare strumenti di sostegno al reddito che consentano l’accesso e la fruizione dei percorsi di politica attiva del lavoro finanziati dal presente Atto di Indirizzo;
  • Progetti speciali: progetti afferenti target specifici che possono prevedere l’allargamento dei soggetti partecipanti, nonché una rimodulazione della filiera dei servizi;
  • Azioni di sistema e Assistenza tecnica: iniziative gestite con enti strumentali regionali e soggetti privati allo scopo di realizzare azioni di rafforzamento ed empowerement dei servizi e delle modalità di attuaizone del Fondo Regiornale disabili

 

Allo stato attuale si è attivato il primo degli interventi previsti nell’atto di indirizzo e sono allo studio anche il secondo, il Buono servizi specialistici legge 68, gestito dai CPI e i progetti speciali. Nell’aprile di quest’anno con DD n. 244 si è infatti approvato il bando per la selezione degli operatori per la gestione ed erogazione dei Buoni servizi lavoro persone con disabilità. Dopo la selezione degli operatori, indicativamente a fine giugno, si comincerà la presa in carico da parte dei selezionati dei disabili iscritti al collocamento mirato e si comincereanno così i percorsi di inserimentto lavorativo.

 

Garanzia Giovani Disabili

 

Obiettivo principale dell’Atto d’Indirizzo Garanzia Giovani Disabili (GGD) è quello di offrire ai giovani disabili, che si trovano attualmente nella condizione di NEET, un’opportunità di lavoro o di tirocinio. L’intervento è stato progettato in maniera complementare al bando Garanzia Giovani finanziato dal PON IOG al fine di utilizzare un modello d’intervento simile ma adattato ai bisogni di un target di popolazione che richiede maggiori azioni di orientamento specialistico e tutoraggio.

I destinatari del progetto sperimentale GGD sono giovani disabili di età compresa fra i 16 e i 29 anni, iscritti alle liste del collocamento mirato dei Centri per l’Impiego, non occupati ne inseriti in percorsi scolastici o formativi.

I giovani riceveranno un orientamento di base da parte del CPI per poi scegliere l’operatore SAL più adatto alle proprie esigenze. L’operatore SAL scelto dal giovane erogherà un servizio di orientamento specialistico e poi indirizzerà il giovane verso un’opportunità di tirocinio o di lavoro. All’operatore si riconosceranno i servizi di tutoraggio durante tirocinio e/o nei primi mesi di  del disabile in impresa (in modalità a processo). All’operatore che attiva un inserimento lavorativo per il giovane sarà riconosciuto un servizio a risultato in base ai parametri identificati da Regione Piemonte.

GGD ha messo a disposizione per i giovani disabili 3 milioni di euro; ad oggi, a circa 6 mesi dall’inizio dell’iniziativa sono stati presi in carico oltre 770 persone con disabilità a cui sono stati offerti circa 250 tirocini e si sono inseriti al lavoro oltre 10 persone con contratti stabili, che vanno valutati anche considerando il target specifico raggiunto e la sperimentazione dell’iniziativa.

 

Fondo nazionale per l’occupazione dei disabili

 

Il fondo nazionale disabili stabilito dall’art. 13 della legge 68/99 distribuisce a tutte le regioni risorse per incentivi alle assunzioni di personale disabile. Nella tabella sottostante vengono definite le risorse e le relative assunzioni incentivate tramite il fondo.

 

Anni euro Persone
2014 1.368.568 167
2015 1.256.331 158

 


AGGIORNAMENTO DEL QUADRO NORMATIVO

La Regione sta lavorando, in coerenza da quanto definito dalla normativa nazionale, sugli aggiornamenti delle modalità operative relativamente al collocamento mirato dei soggetti con disabilità. In particolare sono tre gli aggiornamenti normativi più rilevanti che su questo ambito sono in fase di definizione, ovvero la definizione delle nuove linee guida dei Comitati tecnici, la nuova convenzione art. 11 legge 68/99 e la definizione in via sperimentale di forme di convenzionamento ex art 12 bis e 14. Di seguito vengono forniti dei dettagli per ognuno dei punti.

 

Linee guida per il funzionamento dei Comitati tecnici

 

In seguito al passaggio di competenze dalle province alle regioni anche sul tema della disabilità, la Regione Piemonte ha dovuto attivare un processo di revisione delle modalità di funzionamento del Collocamento mirato. In particolare si sta definendo l’atto con cui si fornisce una nuova cornice di funzionamento ai Comitati tecnici, che hanno lo scopo di analizzare e provare a far coincidere le esigenze aziendali, dovute ad un inserimento lavorativo con le residue capacità del singolo, riattivando così uno snodo fondamentale per il successo del percorso di inserimento in azienda della persona disabile.

Vengono definiti 12 Comitati tecnici territoriali, che coincidono con i confini delle ex province e delle ASL regionali e un Comitato Regionale che ha il compito di indirizzo e coordinamento dei comitati periferici.

L’attività è svolta sotto la regia dell’Agenzia Piemonte Lavoro che coordina il funzionamento complessivo dei CPI.

 

Convenzioni art. 11 legge 68/99

 

Altro aspetto della revisione normativa è quello del ridisegno delle Convenzioni art. 11; attraverso la sottoscrizione di una convenzione con i CPI le aziende possono assolvere all’obbligo previsto dalla Legge 68/99, definendo le modalità di inserimento lavorativo di persone con disabilità fino all’esaurimento delle proprie scoperture.

Vengono definiti degli step che le aziende devono seguire in funzione della dimensione aziendale e del numero di scoperture presenti: al crescere del numero di persone da inserire cresce il ritmo e la durata del percorso di stabilizzazione.

 

Convenzioni ex art. 12bis lg. 68/99 e ex art.14 lg 276/03

 

Si stanno definendo in via sperimentale due strumenti di inserimento lavorativo dei disabili, brevemente convenzioni art. 12bis e art. 14, che consentono la copertura di una parte di inserimenti lavorativi (da 10% a 30%) attraverso la definizione di un contratto di fornitura con un’azienda o una cooperativa esterna, che ha il compito di assumere il numero di disabili definiti e farli lavorare presso l’azienda a cui le scoperture sono riferite.

Tale strumento può essere applicato solo per le aziende medio grandi e comunque per un numero di scoperture di almeno 3 persone e necessita dell’approvazione da parte della Regione della modulistica convenzionale e nel caso dell’art.14 anche della sottoscrizione di una convenzione quadro da parte delle parti sociali e datoriali.

 

Domenico Ravetti

Consigliere Regionale