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FACCIAMO CHIAREZZA SULLE PROVINCE.

Domenico Ravetti (Pd): “Facciamo chiarezza sulle Province”
Torino – 22 gennaio 2020 – “Ho condiviso con il collega Riva Vercellotti la predisposizione di un atto di indirizzo che invita il Governo e il Parlamento a proseguire, senza indugi, nel percorso di revisione della legge che disciplina l’ordinamento delle province e delle città metropolitane, sia riguardo alle funzioni fondamentali, sia rispetto al tema della governance. Inoltre, chiediamo al Presidente della Giunta regionale di definire, per ciascuna delle funzioni conferite alle Province e alla Città Metropolitana, i livelli essenziali di prestazione e il conseguente fabbisogno e di aprire un confronto con le stesse per rivedere la legge regionale che riordina le funzioni amministrative oggi conferite per valutarne l’ampliamento” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.
“Ritengo, infatti che occorra fare chiarezza – prosegue Ravetti – e archiviare il dibattito, ormai superato, sulla soppressione delle Province, concentrandoci sui servizi che devono essere garantiti ai cittadini e sulla necessità di assicurare agli Enti Locali la possibilità di svolgere a pieno le funzioni loro assegnate. Il Tavolo delle Province d’Italia ha indicato questioni chiare, chiedendo funzioni di area vasta ben definite, elezione diretta degli organi politici, un’organizzazione dell’ente e del personale tali da permettere il pieno funzionamento della macchina amministrativa, un’autonomia finanziaria che assicuri le risorse necessarie a coprire le spese per le funzioni fondamentali. I Sindaci italiani, su iniziativa dell’Unione delle Province, hanno sottoscritto un ordine del giorno per avviare una revisione della riforma delle Province e, in pochi mesi, questo atto è stato sottoscritto da 4.313 comuni su 5.585 delle 76 province delle regioni a statuto ordinario e in Piemonte ha aderito l’80% dei Comuni”.
“Le Province – conclude il Presidente Ravetti – sono riconosciute dal Consiglio regionale quali istituzioni costitutive della Repubblica e, alla luce degli esiti non confermativi del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, devono essere superate le leggi attuative della legge Delrio e si deve prevedere, in tempi rapidi, una revisione organica della legge che le disciplina”.

A Liliana Segre, donna libera e di pace, il Sigillo della Regione Piemonte

Ravetti – Valle (Pd): “A Liliana Segre, donna libera e di pace, il Sigillo della Regione Piemonte”

Torino – 21 gennaio 2020 – “Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione della nostra proposta di conferire alla senatrice Liliana Segre il Sigillo della Regione Piemonte, in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, il 27 gennaio. Si tratta di un provvedimento che è stato condiviso da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione e questo assume un significato importante” dichiarano il Presidente del Gruppo del Partito Democratico Domenico Ravetti e Daniele Valle, primo firmatario della proposta.

“Liliana Segre – proseguono Ravetti e Valle – è sopravvissuta a una pagina tragica e terribile della storia, subendo ancora preadolescente la deportazione a Auschwitz, e diventando, oggi, un punto di riferimento e un esempio di lotta a favore dei diritti umani e contro i fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza, tematiche tra l’altro portate avanti con passione dal Consiglio Regionale attraverso il Comitato per la Resistenza e la Costituzione e il Comitato Diritti Umani della Regione”.

“Oggi più che mai – concludono i Consiglieri Dem – in un momento in cui stanno dilagando odio e negazionismo, le Istituzioni devono fare proprio il messaggio di testimoni come la senatrice Segre, una donna libera e di pace, come lei stessa si è definita, e contribuire a veicolare il suo messaggio tra le nuove generazioni”.

Allontanamento zero l’aberrazione che non devono pagare i minori. Per il Pd al primo posto i bambini

Torino – 8 gennaio 2020 – “Il Gruppo Pd si opporrà con tutte le sue forze al ddl “allontanamento zero” dell’Assessore Caucino che, già nel titolo, si presenta come un’aberrazione linguistica e culturale, proponendosi di modificare il sistema dell’affidamento dei minori, trasformando un tema delicatissimo in un manifesto che fa del legame di sangue la garanzia per il benessere del bambino. A smontare questo surreale immaginario ci sono i numeri e il lavoro dei professionisti che, quotidianamente, sono impegnati a gestire situazioni complesse e delicate, un lavoro che rischia di essere compromesso dallo spericolato gioco della propaganda politica. Gli errori eventualmente commessi in altre parti del Paese non possono essere l’alibi per una strumentalizzazione che potrebbe distruggere in pochi mesi la credibilità di un modello di sostegno ai minori e alle famiglie in difficoltà, costruito in Piemonte in tanti anni” afferma il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“La battaglia che l’Assessore Caucino sta combattendo – prosegue Ravetti – mira ad ottenere uno scalpo politico e non si preoccupa delle vere necessità dei minori. In Italia esiste già una legge (la 184 del 1983) che tutela il diritto del minore a crescere nella sua famiglia. Non abbiamo bisogno di una legge regionale. Le proposte dell’Assessore hanno già sollevato coro di critiche da parte di università, famiglie affidatarie, assistenti sociali, sindacati, operatori professionali dei consorzi socioassistenziali. 23 docenti di tutta Italia, tra i quali molti pedagogisti, si sono mobilitati contro questo provvedimento. E il fatto che un educatore si opponga alle decisioni di un Assessore ai bambini fa davvero pensare!”

“Questo ddl, inoltre è a saldo zero, non prevede nuovi fondi – conclude Ravetti – mentre occorrerebbero risorse aggiuntive, per svolgere azioni di supporto ai genitori e assumere nuovi educatori, medici, psicologi, assistenti sociali e per rendere stabili i contratti precari. L’Assessore Caucino mira a dirottare sulle famiglie d’origine le risorse oggi destinate alle comunità e alle famiglie affidatarie, senza considerare che in molti casi il distacco temporaneo del minore è necessario per proteggerlo”.