ACNA DI CENGIO


DOMENICO RAVETTI (PD): “LA REGIONE CONDIVIDA LE PREOCCUPAZIONI DEI SINDACI PER LA FABBRICA DEI VELENI”
13 febbraio 2020 – “Al termine dell’audizione, da me richiesta in Commissione Ambiente, di una delegazione di sindaci dei Comuni della Valle Bormida, per un confronto e un aggiornamento sulle condizioni del Sito di Interesse Nazionale ex ACNA di Cengio, è stato discusso e approvato un ordine del giorno che impegna il Presidente Cirio e la Giunta regionale a farsi carico delle fortissime preoccupazioni espresse dai territori interessati dall’enorme danno ambientale, a pubblicare risultati e valutazioni conclusive degli aggiornamenti sulle indagini epidemiologiche e a valutare l’opportunità di estendere l’indagine a tutti i Comuni compresi nella Valle Bormida” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti.
“E’ di grande importanza – precisa Ravetti – che venga ricostituita una Conferenza paritetica ligure-piemontese che riprenda a controllare e monitorare l’attività di bonifica ed è fondamentale ottenere garanzie puntuali di presidio del Sito, sia tecniche che di impegno temporale. Inoltre, resta ancora aperta la questione del risarcimento per danni ambientali causati al territorio, quantificato in quasi 219 milioni di euro. L’azione giudiziaria contro Syndial/Eni era stata sospesa per verificare la possibilità di una transazione che ormai sarebbe prossima alla conclusione”.
“A tal proposito – conclude Ravetti – non posso non condividere l’allarme dei Sindaci del territorio che temono che il risarcimento non sarà commisurato al danno subito e alla responsabilità storica di ACNA, ma valutato esclusivamente sugli ultimi anni, periodo in cui la produzione era di fatto cessata. Al danno si aggiungerebbe così la beffa. Comunque andranno le cose, tuttavia, nessun risarcimento potrà cancellare le sofferenze, la morte e la distruzione causate dalla fabbrica dei veleni”.

NON PAGO PER RENDERE PIU’ LIBERE LE MIE OPINIONI

N

Ognuno di noi in coscienza può decidere dove posizionare la linea di confine che delimita il campo del bene da quello del male.

Nel caso che vi sto per raccontare la linea di confine io la posiziono abbondantemente dentro il campo del male, se per male si intende l’impossibilità di diffondere liberamente le notizie. Come sapete sono un Consigliere regionale del Piemonte, rappresento una comunità politica, qualche elettore, un territorio; a volte promuovo iniziative, altre volte mi oppongo o condivido scelte altrui. Non è un vizio personale ma un dovere rendere nota la mia attività politica e Istituzionale. Per questo, come tutti gli altri colleghi, invio resoconti, note e comunicati ai giornali cartacei o on line. Certo, vorrei fossero pubblicati sempre ma non posso pretenderlo perché devo rispettare la libertà nelle scelte redazionali e nelle linee editoriali. Ma la mail che ho ricevuto da un direttore di un giornale on line della provincia di Alessandria con oltre 300 mila contatti / mese, nonché giornalista iscritto all’Albo, mi umilia e per questo, senza citarlo per non aprire contenziosi pubblici, ho deciso di rendere noto il fatto affinché si sappia in che mare informativo questa società naviga. Ovviamente resto a disposizione di tutti i soggetti pubblici e privati competenti in materia che intendano approfondire la questione.

Questo giornalista mi scrive

“Se un soggetto decide di acquistare inserzioni pubblicitarie su altri organi di informazione e non su (nome del giornale) …omissis…sulla base della propria libertà discrezionale (nome del giornale) …omissis… non pubblica articoli specifici in cui il soggetto in questione viene citato. Domenico Ravetti rientra tra quei soggetti che nell’ambito della campagna elettorale a suo tempo realizzata, avendo effettuato inserzioni pubblicitarie su altri organi di informazione…omissis… non può beneficiare di articoli gratuiti specifici sull’attività che svolge. “

Di seguito il giornalista mi riporta i costi di un contratto per 30 articoli o, in alternativa, la cancellazione del suo indirizzo di posta elettronica dalla mia mailing list.

Non lo pagherò, non pago nessuno per rendere nota la mia opinione. Ho promosso la mia campagna elettorale secondo regole, ho acquistato gli spazi che ritenevo opportuni e per le disponibilità economiche che avevo a disposizione. Non potevo acquistare spazi ovunque. E ora voglio capire se altri giornali, senza peraltro avvisarmi con proposte economiche, con me si comportano allo stesso modo.