MORTALITA’ IN FRASCHETTA (Zona di Alessandria)

GLI “STATI MORBOSI MAL DEFINITI” IN FRASCHETTA SONO IL 236,6% IN PIU’ RISPETTO AL PIEMONTE. COSA SONO, MA SOPRATTUTTO, PERCHE’?



Quali sono le ragioni per cui uno studio sulla mortalità della Fraschetta pubblicato qualche mese fa dall’ASL AL presentava alla voce “Stati morbosi mal definiti” +236,6% rispetto alle cause di morte in Piemonte e +126,2% rispetto alla Provincia di Alessandria?

In Fraschetta si muore per alcune cause specifiche: di melanoma con una percentuale del 75,2% in più rispetto alla mortalità piemontese e del 85,3% in più rispetto a quella provinciale alessandrina. Si muore di tumore al rene con una percentuale del 55,5% in più rispetto al dato piemontese e del 62,8% in più rispetto a quella provinciale. Si muore di malattie reumatiche croniche con il 74% in più rispetto al Piemonte e con il 61,7% in più rispetto alla provincia. Si muore di asma con una percentuale del 73,4% in più rispetto alla percentuale piemontese e del 45,6% in più rispetto a quella provinciale. Sono dati non nuovi, perché pubblicati ormai mesi fa, ma che impongono nella loro drammaticità una rinnovata attenzione dei decisori pubblici. Ho l’impressione però che sia necessario un ulteriore approfondimento, e mi spiego. Facciamo un passo indietro: lo studio in premessa suddivide in “Grandi gruppi di causa di morte” alcune voci e stila una classifica: in Fraschetta, in questa triste classifica, il 32,7% muoiono di tumore, 8% di malattie dell’apparato respiratorio e il 6,7% di stati morbosi mal definiti. La domanda è: perché quest’ultima voce rappresenta +236,6% rispetto alle cause di morte in Piemonte e +126,2% rispetto alla Provincia di Alessandria
Intanto di cosa parliamo? In rete si trova la seguente definizione: “Lo “stato morboso mal definito in caso di morte” è una classificazione internazionale definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e corrisponde ai precisi codici identificativi”.
Quando viene usato? Dal più noto motore di ricerca on line emerge: “Quando nessuna diagnosi più specifica può essere formulata anche dopo che tutti gli elementi relativi al caso sono stati esaminati. Quando i segni o i sintomi presenti alla prima visita si rivelano transitori senza che sia stato possibile individuarne l’origine. Quando i pazienti sono trasferiti altrove prima che sia stata formulata una diagnosi. Quando si desidera evidenziare indagini o trattamenti precedenti il momento della diagnosi. Quando si desidera indicare i sintomi che rappresentano un problema importante nel trattamento medico e che possono essere segnalati insieme alla diagnosi principale.”
Io non posseggo tutti gli elementi per giungere a conclusioni sulla ricerca Asl Al ma vorrei scongiurare congetture stravaganti. Per questo chiedo se qualcuno può rispondere alla seguente domanda: quali sono le ragioni che hanno generato questa evidente anomalia? Da parte mia, con sincero spirito di collaborazione, chiederò all’assessore regionale e alla sua struttura un aiuto per capire. Voglio precisare che la contrapposizione politica in questi casi non è di mio interesse.