Chi vuole il bene del Raduno deve dire la verità.

RADUNO MADONNINA DEI CENTAURI

I problemi sono altri, lo so bene. Dalle crisi aziendali, passando dalla gestione dei migranti fino ad arrivare alle insicurezze sociali ed economiche, gli spazi non mancano per provare a cambiare il senso di tante storie. Solo che, nonostante la mia settimana di distacco dal Piemonte, la lettura dei giornali mi riporta alle nostre terre e alla cronaca meno impegnativa degli eventi sportivi e culturali. La lettura mi obbliga ad una riflessione, in particolare sull’evento che più di altri in Alessandria e nell’alessandrino ha caratteristiche internazionali, per la sua storia e per la presenza di stranieri che partecipano. Almeno, che dovrebbero partecipare. Ma partiamo dal principio. Il Raduno Internazionale Madonnina dei Centauri è giunto alla 73° edizione e sembra mostrare il peso dei suoi anni. L’avevo già scritto qualche anno fa ma lo riscrivo da innamorato del Raduno, da alessandrino e da castellazzese. Mi pare corretto specificare che un sentimento autentico per qualcosa o per qualcuno impone la forza e il coraggio per provare a dire la verità. E se affermo che il Raduno si sta spegnendo non lo faccio per rivolgere pubblicamente una critica contro chi si impegna per organizzarlo ma per chiedere di maturare la consapevolezza che così non possiamo andare avanti. Non servono i pretesti o gli alibi, e nemmeno i colpevoli. Cioè, non serve a nulla dire che è colpa del percorso che è cambiato, del Rettore che non fa entrare più le moto nel Santuario, del decreto “Gabrielli” sulla sicurezza negli eventi pubblici. Non suoni come una provocazione ma serve a poco o a nulla anche usare “le belle parole” per dire che a Castellazzo Bormida ha funzionato la Mezzanotte Bianca o la Sagra del Raviolo, perché quelli sono due momenti di straordinaria unità del paese che (forse) funzionerebbero a prescindere dai Centauri. Funzionerebbero comunque (forse) perché la formula è accattivante e garantisce un buon successo soprattutto ai commercianti e alla Pro Loco. E non serve a nulla nemmeno far salire sul palco delle autorità tutta la Giunta di Alessandria per dimostrare interesse alla manifestazione e il coinvolgimento della città.

La questione vera è che così com’è rischia di non essere più un Raduno Internazionale, tantomeno europeo e forse nemmeno tra i più partecipati d’Italia.

Io sono molto preoccupato e non solo per i numeri di domenica (ve lo assicuro, partecipo da 40 anni)so che sono inferiori rispetto al passato sia negli iscritti che nel libero corteo, un corteo certamente più ordinato rispetto agli anni passati, e ci mancherebbe ancora!

C’è, resiste, ed è ancora rilevante il profilo religioso della manifestazione, solo che non basta più. Allora è arrivato il tempo di cambiare. Da subito i Sindaci Cuttica di Revigliasco e Ferraris organizzino una riunione con la Federazione Motociclistica Italiana, con i due Moto Club, con Regione Piemonte – Assessorato Turismo e Manifestazioni -, con la Camera di Commercio, con le Fondazioni bancarie; serve subito una riunione per decidere insieme come proseguire. Non possiamo andare troppo oltre.