LA MIA ITALIA, LA NOSTRA ITALIA.

Mi è capitato in questi mesi di dover rispondere a qualche amico (o a qualche semplice curioso) sul vistoso braccialetto tricolore che porto al polso sinistro e che chiamo, con vezzo modaiolo, “La mia Italia”. Potevo cavarmela con una frase di circostanza oppure con una motivazione estetica, in verità avevo bisogno di un simbolo. Sì, di un simbolo. In questi tempi così difficili per il nostro Paese avevo bisogno di portare al polso i colori della nostra Nazione per ricordare principalmente a me stesso che la Patria è un valore da difendere, un territorio che ci appartiene e che va protetto. Certo, Patria e territorio, difesa e appartenenza. Qualcosa che con l’idea leghista non ha nulla a che vedere. La mia Italia, la nostra Italia, non è quella del linguaggio violento scagliato addosso ai nemici di turno. La mia Italia, la nostra Italia, è quella delle bellezze, dei talenti, delle protezioni sociali che dobbiamo garantire. La mia Italia, la nostra Italia, non è quella delle paure e dell’odio ma quella del coraggio e della forza delle nostre imprese, dei nostri professionisti, dei nostri lavoratori. La mia Italia, la nostra Italia, è quella giusta, non quella che mostra il suo ghigno più feroce. La mia Italia non è quella di Salvini, la mia è migliore e voglio difenderla.

PD PIEMONTE: facciamo un Congresso Regionale per il Piemonte che verrà, non per il gruppo dirigente che vincerà.

E’ prevista per martedì prossimo la Direzione Regionale del PD che, tra le altre cose, adotterà il regolamento per il Congresso Regionale 2018.

L’ipotesi in discussione sembrerebbe quella di procedere con la presentazione delle candidature a Segretario entro inizio ottobre con le relative linee politico-programmatiche in vista di Primarie “aperte” da svolgersi entro la fine dello stesso mese. Mentre scrivo non ho ancora chiaro quali determinazioni verranno adottate nella prossima assemblea Nazionale. Nei prossimi giorni conosceremo i tempi e le modalità attraverso le quali il PD deciderà il suo futuro, con quali proposte politiche e con quali leader a rappresentarle. Qui in Piemonte mi auguro non si commetta un errore che riterrei dannoso, quasi propedeutico a generare ostacoli lungo il percorso da qui agli appuntamenti elettorali 2019. E l’errore potrebbe essere quello di un Congresso divisivo scollegato dalla vita dei piemontesi, dove l’unico strumento per contendere la vittoria è rappresentato dalle filiere di comando lungo le linee interne del Partito, filiere affaticate capaci di promuovere una partecipazione solo più parzialmente adeguata alle esigenze di un centrosinistra che in Piemonte deve darsi l’obiettivo di tornare a vincere.

A vedere la storia dall’osservatorio in cui mi trovo intravedo l’azzardo di un incomprensibile competizione e per il ruolo che ho credo sia doveroso esprimere pubblicamente le mie preoccupazioni. Corriamo il rischio di parlar di noi e di non avere attenzioni e tempo per parlare della società che sta fuori dalle nostre stanze, peraltro sempre meno abitate.

Un gruppo dirigente all’altezza della sfida dovrebbe riconoscere oggi le ragioni per un congresso unitario. Mi spiego meglio: questi tempi, ancor più perché precedenti al Congresso Nazionale, meritano un candidato unico alla segreteria regionale del Partito. Io non sono contrario ai gazebo di fine ottobre. Dico che sarebbero più utili le Primarie delle idee e dei progetti, e lo affermo pensando all’opportunità di condividerli con i nostri iscritti, con i cittadini, tutti i cittadini, quelli che ancora credono in noi e anche quelli che ci hanno voltato le spalle.