NON OLTRE IL PD MA OLTRE LE NOSTRE DIVISIONI.

Andiamo oltre le nostre divisioni. Non parliamo più esclusivamente di noi, peraltro con un linguaggio che le persone normali non comprendono. Le persone normali, per esempio, sono quelle che oggi la ricerca Istat ha quantificato in 5 milioni che vivono in povertà assoluta, particolarmente nelle grandi città e comunque in città con più di 50 mila abitanti. E tra queste persone, in uno spaventoso aumento progressivo, 2.4 milioni sono donne e 1.2 milioni sono bambini. Non parliamo più esclusivamente di noi, parliamo dei 700 mila giovani senza tutele della gig economy, che non è un comparto lavorativo del futuro ma un metodo per sfruttare l’uomo. Non parliamo più esclusivamente di noi ma dei quasi 5 milioni di italiani che per ragioni economiche rinunciano alle cure sanitarie o attendono mesi e mesi prima di poter fare un esame o un intervento. Parliamo del sistema sanitario pubblico che non ha più lo stesso profilo universalistico di un tempo. Parliamo degli anziani non autosufficienti il cui costo in una struttura socio sanitaria diventa gradualmente insopportabile. Parliamo dei ragazzi che non trovano un lavoro e dei lavoratori anziani che non riescono ad accedere alla pensione. Parliamo dei commercianti e degli artigiani, del sistema fiscale che li uccide. Parliamo della scuola, dei diritti degli insegnanti, per far vincere ai nostri studenti la sfida più affascinante, quella del “sapere” e della “cultura”. Torniamo ad essere una speranza per le persone normali ma non con le formule antiche della politica, perché semplicemente quelle persone ci chiedono concretezza, unità, passione, coraggio e la gioia di iniziare un cammino nuovo. Facciamo tutti un passo indietro, evitiamo le filiere delle tessere o le truppe delle Primarie; per andare oltre le nostre divisioni per un po’ perdiamoci di vista, il periodo è pure quello giusto, e ritroviamoci non nuovi e nemmeno moderni, ma adeguati. Faremo un congresso, avremo un profilo politico, torneremo ad essere una speranza e, ne sono certo, troveremo anche un nuovo leader.

“CHIUDIAMO I PORTI AL DELIRIO DELLE POLEMICHE INUTILI”.

EDILIZIA SANITARIA IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA.

Ad ottobre 2017 con un emendamento votato all’unanimità in Aula al Piano Obiettivi dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali avevo chiesto l’elaborazione di uno studio sull’edilizia sanitaria in provincia di Alessandria. Lo studio di Ires è stato consegnato in questi giorni e mette in campo alcune ipotesi su cui lavorare. Ipotesi che prescindono in larghissima misura dagli effetti della riforma sanitaria attuata in questa Legislatura.

Ires evidenzia che sono nelle disponibilità di Aso e Asl Alessandria edifici con un potenziale per oltre 700 posti letto in eccedenza rispetto al bisogno di salute dei cittadini. Da ciò ne deriva che le Istituzioni locali, al fine di utilizzare al meglio le strutture sanitarie pubbliche, possono decidere per il futuro di mantenere tutto com’è, oppure possono riempire gli spazi con servizi ospedalieri accessori e servizi territoriali (magari legati al piano cronicità), oppure, infine, possono decidere di costruire una struttura da 320 posti letto tra Novi Ligure e Tortona, alienando gli attuali edifici e specializzando diversamente quello di Acqui Terme.

Tale notizia non mi pare tanto originale visto che il dibattito e il relativo studio su un ospedale tra Novi e Tortona era stato alimentato da più versanti politici negli anni scorsi. Ciò che di originale è scritto circa quest’ultimo punto sono i costi e le modalità per realizzarlo.

Io capisco tutto, anche quello che a volte in politica è bene non capire. Ma i porti da chiudere sarebbero quelli delle polemiche inutili. Per questa ragione ho chiesto al Presidente del Consiglio Regionale di consentire alla IV Commissione Sanità della Regione Piemonte di incontrare Ires lunedì 25 giugno e al Presidente della Provincia di Alessandria di organizzare un incontro pubblico per la presentazione dello studio. Una presentazione senza i simboli dei Partiti che restituisca un’idea di futuro ai cittadini.

Domenico Ravetti

Capogruppo PD

Consiglio Regionale Piemonte

Piemonte: Sicurezza Lavoro

PIEMONTE; SICUREZZA LAVORO; RAVETTI (PD): SUBITO NUOVA PIATTOFORMA WEB PER I CANTIERI, PER REGIONE E’ PRIORITA’

TORINO,18 GIUGNO 2018 – “Integrare subito il sistema informativo dell’edilizia con quello della prevenzione e sicurezza sul lavoro, può diventare uno strumento utile per il monitoraggio dei cantieri e indispensabile supporto alle imprese”. Lo chiede il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Domenico Ravetti, con un Ordine del giorno in discussione nella prossima seduta di aula. “Questo nuovo supporto informatico – prosegue – è nella piena disponibilità degli uffici regionali, è necessario solo l’integrazione informatica delle due piattaforme da parte del CSI-Piemonte a cui è stato affidato il compito. Appena operativo – sottolinea –  i professionisti del settore delle costruzioni potranno monitorare i propri cantieri, adempiere alle pratiche burocratiche e diventare anche utile aiuto per i Committenti”.

In Italia esistono diversi sistemi informatici in questo settore ma il modello a cui ci si è ispirati è quello della Città di Brescia, difatti una delegazione del sistema edile alessandrino composta da ANCE, Confartigianato e sindacati si è recata nella città lombarda per studiarne il modello applicato.

“Chiediamo – sottolinea Ravetti – che al CSI Piemonte venga posta come priorità la creazione di questo applicativo informatico, certi che qualsiasi strumento che renda più sicuro i cantieri rappresenti una priorità. Gli operatori dell’edilizia – conclude – condividono il progetto, la Regione ora deve accorciare i tempi per rendere subito operativo il sistema”.