Buon 2018: io inizio da 6.

Sì, riparto da sei libri nel 2018 che ho sul mio comodino da qualche giorno (un paio) e da qualche settimana (gli altri). E ripartire con i libri nel mio bagaglio è da sempre una buona abitudine. Il primo sarà – Il Piccolo Principe – perché voglio incominciare dai misteri dei sentimenti, quelli più profondi e intensi, quelli che trovano la sintesi nella semplice frase “gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore”. Il secondo che leggerò sarà -Krishnamurti – non perché io abbia intenzione di dedicarmi alla meditazione ma perché uno dei metodi per scegliere un libro, almeno per me, è leggere l’ultima di copertina. E lì ho trovato questo “Ciascuno cambi se stesso per cambiare il mondo. Riflessioni sull’amore, la solitudine, la politica, il potere, le ideologie.” Posso non leggerlo??? Il terzo sarà – Tra il bene e il male- ed è la storia di una mia concittadina, che vorrei tanto definire amica, vissuta in Bosnia dopo la guerra, precisamente a Zenica, e iniziata con l’attivazione di un programma di screening contro i tumori femminili. Il quarto sarà – Senza il vento della storia -, ed è un’analisi (chi lo ha letto mi ha detto che è un’analisi senza sconti) sul ruolo della sinistra in difficoltà in questo mondo, un mondo che avrebbe bisogno di più giustizia, quindi di più sinistra. Il quinto sarà – Il piano inclinato – e lo leggerò perché ho bisogno ogni tanto di leggere proposte concrete per risolvere i problemi e non solo di analisi per individuare i colpevoli. Il sesto sarà – Yes we can. Yes we did. – Un uomo e una donna delle Istituzioni si giudicano non solo per come entrano nella nostra vita ma per la classe e per lo stile con cui escono. Inizio così; vi auguro di iniziare bene anche voi.